15 Settembre 2014

L'Isis, lo scozzese decollato e il Site del mistero

L'Isis, lo scozzese decollato e il Site del mistero
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Decapitato anche il cooperante scozzese David Haines. L’Isis continua la sua macelleria selettiva e rinnova la sua sanguinaria sfida al mondo. Questa di esecuzione aveva come pubblico privilegiato i britannici. Una sfida lanciata a David Cameron direttamente, come già prima a Obama.

Solo ventiquattrore prima dell’esecuzione del cooperante scozzese rapito nel maggio 2013, il ministro della Difesa britannico aveva affermato: «Escludiamo la nostra partecipazione militare diretta» alle operazioni militari contro l’Isis. Fino a quel momento, infatti, la Gran Bretagna si era detta disposta ad armare i curdi, ma sul resto c’era dibattito. Probabile che dopo questa esecuzione le cose cambino e, come già per gli Usa, si profili l’invio dell’aviazione e della marina.

Il video precipita come una bomba sulla povera Albione, già dilaniata dalle controversie innescate dal referendum sull’indipendenza scozzese che si terrà giovedì. I sondaggi danno in testa gli indipendentisti, ipotesi che ha suscitato forte preoccupazione nella City: le banche e la grande finanza hanno lanciato i loro anatemi contro tale eventualità che, secondo loro, sprofonderebbe il Paese sul lastrico. Una strategia terroristica che mira a spaventare gli indipendentisti, ma che si trova davanti un elettorato difficilmente impressionabile, nonostante contro la secessione sia intervenuta anche la Regina. Tempra dura gli scozzesi, e stavolta fanno sul serio. Sul risultato ancora molta incertezza.

 

Due considerazioni ulteriori. La prima è sulla campagna che va a profilarsi contro l’Isis. Tutti i Paesi occidentali hanno innescato una gara per armare il Kurdistan. I leader occidentali considerano questa regione autonoma il cardine di questa operazione militare. E dire che anche il Kurdistan, come il governo centrale, finora non ha brillato particolarmente nel contrasto ai terroristi.

A quanto pare per le cancellerie occidentali il fatto che il governo legittimo dell’Iraq risiede a Bagdad è cosa alquanto secondaria, nonostante abbiano ottenuto l’allontanamento del premier precedente e un successore gradito. Come se qualcuno invadesse l’Italia, minacciasse Roma e Milano, dilagasse in Calabria e il mondo armasse la provincia autonoma siciliana… misteri della geopolitica, che vive di interessi. Tale strategia denota che all’Occidente interessa un Kurdistan forte. Va tenuto in mente per gli sviluppi futuri di quest’area, considerando che l’inserimento di una nuova entità politica in una realtà complessa come il Medio oriente rischia di innescare ulteriore destabilizzazione, come da previsione di politici e analisti vari.

Altra considerazione, questa un po’ marginale ma non troppo. Anche questo video, come i due precedenti, porta in alto a destra il marchio Site, un organismo privato specializzato in analisi sul terrorismo che è diventato famoso per la sua capacità di ricercare tali video in rete e diffonderli (lavoro già svolto ai tempi in cui tali film erano una produzione al Qaeda). Non si capisce perché l’Isis non posti i suoi filmati direttamente sul web (hanno dato prova di perizia informatica notevole), ma li nasconda in angoli della rete introvabili per Fbi, Cia Nsa, Mossad, MI6, e tutti gli altri servizi di intelligence del mondo, ma facilmente rintracciabili da Site che li distribuisce, probabilmente con lucro, più o meno in tempo reale. Altro mistero di questa guerra al terrorismo globale.

 

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