Isis: maghi del terrorismo
Tempo di lettura: 2 minuti«Ci sono forti dubbi sull’autenticità del video in cui l’Isis ha annunciato al mondo la decapitazione in Libia di 21 egiziani copti. Lo dicono alcuni esperti interpellati da Fox News, secondo cui le immagini sarebbero state girate in uno studio con l’aggiunta in un secondo momento dello sfondo, che rappresenterebbe un tratto di costa della baia di Sirte, e non del porto vicino Tripoli dove il video sembrava girato.
In particolare, a colpire gli esperti sarebbe la differenza tra le dimensioni di alcuni dei jihadisti vestiti di nero, a partire dallo speaker ‘Jihad Joseph‘, che appaiono dei veri e propri ‘gigantì accanto alle loro vittime, sia nelle riprese da vicino che in quelle da lontano. Un ‘classico’– assicurano occhi esperti – di quando una persona viene ripresa in studio e dietro viene poi aggiunto uno sfondo con immagini esterne.
Ancora, il rumore del mare sarebbe in realtà dato da una ben nota “audio-traccia“, mentre per gli esperti il ruscello di sangue che si vede alla fine del video sulla riva è palesemente non reale». Questo l’inizio di un articolo del Fattoquotidiano del 23 febbraio.
Nota a margine. Tanti dubbi sono stati sollevati sui video prodotti dall’Isis in precedenza, ma stavolta a metterne in dubbio l’autenticità non è un sito complottista, o presunto tale, ma addirittura la Fox News, una delle Tv di Murdoch. Resta che quei 21 poveretti sono stati ammazzati realmente, stante la scena orrorifica della decapitazione filmata al dettaglio.
Tale rivelazione conferma che l’Isis, o chi ne gestisce la propaganda, sa manipolare ad arte i media e ha notevoli capacità illusionistiche. Tanto che circa 30,000 armati, tali sono calcolati i miliziani dell’Isis, stanno tenendo in scacco il mondo intero. Cosa che pone tante inevase domande.
Ma la domanda più interessante è quella relativa alla location. Perché scegliere di ambientare il filmino in Libia? Sicuramente ha creato un “allarme Libia” in realtà inesistente, (almeno nei termini posti dal filmato, ché il Paese è preda di una guerra civile non rassicurante). Un’emergenza Libia che sulle prima ha fatto scattare una marea interventista simile a quella del precedente intervento Nato contro Gheddafi, moderata solo successivamente (almeno nei termini e nelle modalità). Evidentemente l’Isis vuole questo intervento, nella speranza di lucrarne ulteriori profitti (il caos alimenta la destabilizzazione, terreno fertile per la propaganda e l’azione terrorista).