4 Novembre 2015

Di aerei e lampi di calore

Di aerei e lampi di calore
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Brutta storia quella dell’aereo civile russo caduto sul Sinai, tragedia che ha visto la morte di 224 civili. Si indaga per capire se sia attentato o meno, ma la probabilità che si tratti di un semplice incidente è minore dell’altra. L’Isis ha rivendicato, ma è ancora incerta la veridicità dell’appropriazione.

 

Di certo la nota Agenzia dell’orrore ha colto l’occasione per avocare a sé una vittoria, per rilanciare una sfida che li vede arretrare, ora che le forze russe la stanno mettendo alle corde sul campo di battaglia siriano. Una sfida rilanciata su scala globale: da sabato aerei, navi e turisti russi sono diventati target da colpire.

 

A intensificare l’entità della minaccia l’endorsement dello strano sceicco Ayman al Zawahiri, sedicente capo di al Qaeda che vaticina ininterrottamente da anni sempre uguale a se stesso: in un video diffuso in questi giorni ha annunciato la necessità di una unione al Qaeda-Isis contro la Russia e l’Occidente.

 

Val la pena sottolineare anche che la tragedia aerea è capitata all’indomani del Vertice di Vienna, dove quasi tutti gli attori esterni del dramma siriano si erano riuniti per ricercare vie di pace. Vertice reso possibile, come ha detto l’inviato Onu per la Siria Staffan de Mistura, proprio dall’inizio della campagna russa in Siria: la cronologia della tragedia proietta ombre nefaste sullo sviluppo di tale iniziativa.

 

Una tragedia che ha anche un altro significato, stavolta strategico. Il fatto che sia avvenuta in una zona presidiata pesantemente dalla macchina bellica russa (radar, sistemi di rilevamento e quanto altro) sembra voler rimarcarne la vulnerabilità. Un modo per fiaccare l’immagine di Putin agli occhi dei suoi concittadini.

 

Infatti, proprio alla sua sagacia e abilità strategica (riconosciuta anche dai suoi avversari) Putin deve l’ampio consenso popolare. Ma che andrebbe ad affievolirsi fino a dissolversi in caso di rovesci, sia sul campo di battaglia mediorientale che sul terreno più ampio della sicurezza. Questo almeno è il calcolo dei suoi nemici, ovviamente, che però non tengono conto che il popolo russo ha tenuto duro anche durante le devastanti campagne napoleoniche e naziste. Certo, ciò appartiene al passato, ma a volte la storia si ripete sotto altre forme. Almeno questo è quel che spera il presidente russo.

 

Detto questo Putin sapeva bene che attaccare apertamente l’Isis ne avrebbe provocato la feroce reazione. Ma d’altra parte la nota Agenzia aveva già messo da tempo Mosca nel mirino, anche perché molti dei suoi agenti e militanti sono ceceni e diversamente russi.

 

Era solo questione di tempo prima che si scatenassero contro la madrepatria. L’attacco russo in Siria aveva anche questo scopo: evitare il consolidamento del Califfato in Medio Oriente per renderne più difficoltoso l’oscuro operare (cosa che forse sfuggiva in Occidente, almeno a stare alla fiacchezza del contrasto messo in campo, come disvelato dai repentini successi russi).

 

Infine, a margine della vicenda, una considerazione: satelliti americani hanno rilevato lampi di calore provenienti dall’aereo caduto. Nei report giornalistici si accenna anche alle analisi che si stanno svolgendo su questi dati: se cioè i lampi provengano da terra, prova di un missile (cosa alquanto improbabile data la quota alla quale si trovava il velivolo) o invece si siano generati in aria, indizio di una bomba o di un incendio a bordo causato da un guasto.

 

Val la pena a questo punto ricordare una vicenda del recente passato, ovvero l’abbattimento dell’aereo malese sui cieli dell’Ucraina, oggetto di tante controversie internazionali. I russi, in una conferenza stampa sul caso, dissero che sui cieli ucraini in quel momento c’era un satellite americano. Cosa alquanto probabile, dato che l’Ucraina allora era al centro del mondo. Tanto è vero che gli americani non hanno mai smentito.

 

Domanda facile: anche quel satellite ha registrato lampi di calore? E dove? a terra (missile) o in aria (intercettazione aerea da parte del jet ucraino che volava lì vicino)?

Il satellite in orbita sui cieli mediorientali ha dato un responso veloce: a tre giorni dalla tragedia i lampi di calore dell’aereo russo caduto sul Sinai sono su tutti i giornali. Invece delle rilevazioni satellitari ucraine, a distanza di un anno e mezzo, non si sa nulla. Bizzarie dei satelliti (o forse dei lampi di calore).

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