Douma e l'Opzione apocalisse
Tempo di lettura: 3 minuti“Non vi rendete conto fino a che livello di rischio state spingendo la situazione internazionale”. Così Vassily Nebenzia, ambasciatore russo all’Onu agli Stati Uniti. Un allarme fondato, stanti i venti di guerra.
Trump sta valutando un intervento contro la Siria, accusata di aver usato agenti chimici nel quartiere di Douma (vedi Piccolenote).
L’asserito attacco chimico a Douma
Riportiamo un brano di un articolo della Repubblica di oggi: “Con l’aiuto russo, Damasco stava concludendo la riconquista della Ghouta e apparentemente non aveva bisogno di attirare rappresaglie internazionali usando armi proibite”.
“In più, nei giorni prima dell’attacco di Douma diversi giornali arabi avevano anticipato la notizia di un’offensiva chimica in arrivo, facendo intendere che sarebbe stata una provocazione dei ribelli, alla ricerca disperata di un aiuto esterno”.
Ma la campagna bellicista sta montando. Fa nulla che si basi su corbellerie. Basta leggere, ad esempio, quanto riporta il pur bravo Vincenzo Nigro, sulla Repubblica, riguardo l’attacco israeliano alla base aerea siriana avvenuto ieri.
Il generale israeliano Amos Yadlin avrebbe suggerito di “distruggere definitivamente la base da cui sono partiti gli elicotteri che avrebbero lanciato bombe al fosforo che avrebbero fatto strage a Douma”.
Nessuna bomba al fosforo è stata lanciata su Douma. Neanche chi ha denunciato il raid ha parlato di fosforo; peraltro l’uso di tale arma è riconoscibile: brucia la pelle e la rende bianca, cosa che non si vede sulle vittime, o asserite tali, dell’attacco.
Forse il cronista si confonde con il fosforo usato dai militari Usa a Raqqa e Mosul (cliccare qui), anche se, dicono, usato “nei limiti della legalità”…
Ma la realtà conta nulla in questa sporca guerra. La denuncia è stata fatta dagli elmetti bianchi (che hanno un legame simbiotico con al Nusra, filiale siriana di al Qaeda) e dalla fantomatica Sams, che offre sofisticati servizi medici ai “ribelli”.
Nel sito della Sams si sono dimenticati di cancellare una nota dedicata al valoroso dottor Mohamed, il quale spiega di aver curato Omran, il bambino la cui foto fece il giro del mondo creando un’ondata di riprovazione contro Assad, autore dell’attacco che lo aveva ferito.
Già, si sono dimenticati di cancellarla, perché il prosieguo della storia di Omran è un po’ imbarazzante: cliccare qui per vedere il video in cui il bambino risponde ai cronisti della Tv siriana e nel quale il padre spiega che i cosiddetti “ribelli” gli avevano offerto soldi per accusare Assad…
John Bolton e l’Opzione apocalisse
Come detto, la realtà in questo gioco di specchi subordinato alla follia neocon è variabile secondaria. Peraltro ha appena preso servizio il nuovo Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, esponente di spicco di tale ambito.
La crisi siriana gli è stata servita su un piatto d’argento. Indicativo un titolo del Timesofisrael: “Bolton assume il comando della sicurezza nazionale nel momento del tumulto”.
Per capire quel che gli passa nella testa, si può dare un’occhiata a Weekley Standard, rivista neocon: “Ogni regime criminale del mondo è in attesa di vedere cosa accadrà”.
“Questi regimi includono Iran e Russia, i principali sostenitori della Siria, ma anche, forse soprattutto, la Corea del Nord” [nulla importa che siano in corso trattative per una riappacificazione con gli Usa, ndr].
“La risposta americana – prosegue l’editoriale di WS – deve coinvolgere immani forze armate statunitensi e alleate e causare pesanti conseguenze al regime di Assad e al suo leader”.
Anche il presidente francese Emmanuel Macron, che pure aveva espresso la sua distanza dai neocon, sembra si sia accodato ai guerrafondai.
I russi hanno detto e ribadito che non cederanno. Ai neocon non sembra importare. Vanno avanti, anche a costo di uno scontro globale. Torna di moda l’Opzione apocalisse, brandita a suo tempo dalla Clinton, loro beniamina.
Spiraglio: l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) ha comunicato che invierà una squadra per indagare su quanto accaduto a Douma, in accordo con Siria e Russia.
Se gli Stati Uniti attaccheranno prima dell’accertamento, sarebbe un crimine di guerra. Ma, come detto, la follia dilaga. Non resta che attendere. Magari un miracolo.
Nella foto, Trump e, alle sue spalle, John Bolton