14 Maggio 2018

Attentato a Parigi (e in Indonesia): tutto scritto

Attentato a Parigi (e in Indonesia): tutto scritto
Tempo di lettura: 3 minuti

Attentato a Parigi: un pazzo ha accoltellato alcuni passanti, uccidendone uno e ferendone altri quattro prima di essere ucciso dalla polizia. Khamzat Azimov il suo nome, anche se nel caso specifico i nomi non hanno importanza, conta solo il simbolo.

L’Isis ha rivendicato. Come ha rivendicato altri attentati, avvenuti stanotte in Indonesia, contro la polizia e chiese cristiane, 13 i morti.

Riportiamo il titolo di una nota pubblicata il 9 maggio scorso sul nostro sito: “Iran: Trump straccia l’accordo. Vince il Terrore”. Chi vuole la può rileggere (cliccare sopra il titolo), perché non cambieremmo una riga di quanto scritto.

Insomma, l’Isis rialza la testa, come facilmente prevedibile. Non che il Terrore non sia stato anche prima, ma i due attentati a distanza ravvicinata segnano un innalzamento del livello della sfida.

L’iniziativa di Trump, come accenna il titolo suddetto, gli apre nuove prospettive e nuovi spazi di manovra. Val la pena accennare ad alcune caratteristiche dei due attentati.

Quelle proprie della strage in Indonesia sono di facile lettura: gli attentatori, un’intera famiglia, venivano dalla Siria, dove avevano vissuto in zone controllate dall’Isis.

Insomma, erano dell’Agenzia del Terrore e nessuno si era premurato di dargli un’occhiata un po’ più da vicino.

L’attentato serve a rilanciare lo scontro di civiltà islamici-contro-cristiani: è uno schema che stanno portando avanti, per motivi apparentemente opposti ma di fatto convergenti (dal momento che gli opposti si alimentano a vicenda), i neocon e le Agenzie del Terrore.

Non è un caso che questo attentato, il più grave da mesi, coincida con la grande vittoria dei neocon, ovvero la revoca del trattato sul nucleare iraniano da parte degli Usa. Le Agenzie del Terrore hanno buoni strateghi e sanno quando si aprono spazi e prospettive nuove.

Tale attentato serve a dare un messaggio al mondo, che suona come “siamo tornati più forti di prima”. Un messaggio rivolto anche ai propri affiliati e fiancheggiatori, che ne vedevano con timore il declino, con conseguente sbandamento e confusione.

Stesso discorso vale per l’attentato a Parigi. Ma con specifiche diverse.

Era ovvio che il Paese più a rischio fosse la Francia. Perché il presidente Macron più di altri, almeno in Occidente, si sta spendendo per conservare il trattato iraniano (ipotesi che le Agenzie del Terrore vedono con avversione, come accennato).

A Parigi non hanno colpito con bombe, ma con un pugnale e un cane sciolto. Un attentato meno sofisticato e per questo meno evitabile. Per fare qualcosa come il Bataclan serve tempo, soldi e preparazione, con il rischio di essere scoperti.

Non è un colpo spettacolare, dunque, come l’attentato a Charlie Hebdo, quello di Nizza o il Bataclan, appunto, avvenuti sotto la reggenza transalpina di Manuel Valls, il neocon in salsa transalpina i cui altisonanti proclami contro il Terrore si associavano a una totale inettitudine sul piano del contrasto. Ma, a livello simbolico, vale come gli altri (per inciso, sembra che grazie alle sue origini catalane Valls si candiderà a sindaco di Barcellona… auguri).

Come per quasi tutti gli attentati compiuti in Europa, Azimov era registrato come radicalizzato dai servizi segreti.

Come al solito si farà un’inchiesta sulle defaillance dell’intelligence che non porterà a nulla. Perché non è possibile controllare tutti gli schedati (e allora perché schedarli?) e via dicendo. Fino al prossimo attentato e alla prossima inutile inchiesta…

La verità è che tali schedati appartengono alle reti jihadiste, quelle che servono da supporto al regime-change siriano e/o sono utilizzate per contenere l’influenza iraniana in Medio oriente (vedi anche Yemen). Obiettivi condivisi e sostenuti dai Paesi occidentali. Da qui la tranquillità di cui godono tali reti.

Ma al di là delle considerazioni più puntuali sopra accennate, resta che si è aperta una nuova stagione del Terrore, della quale quanto avvenuto in questi due giorni è solo la prima terribile avvisaglia.

 

 

 

 

 

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