Il novichok britannico e il campionato del mondo in Russia
Tempo di lettura: 3 minutiDue inglesi, Dawn Sturgess e Charlie Rowley, sono stati avvelenati dal gas nervino novichok a inizio luglio. Questa almeno la convinzione delle autorità britanniche. E nella zona dove già furono avvelenati i due Skripal, l’ex spia russa Sergej e la figlia Julia.
Il novichok di Amesbury
Sembra, infatti, che l’avvelenamento sia avvenuto proprio a Salisbury, visitata dai due il giorno prima della manifestazione della patologia, avvenuta quando sono tornati nella loro cittadina, Amesbury, a dodici chilometri di distanza.
Oggi come allora, le autorità inglesi accusano i russi, mentre questi si difendono con lo sdegno del caso.
I due, infatti, sarebbero vittime collaterali del primo avvelenamento da novichok, dal momento che sarebbero venuti a contatto con qualche componente chimico andato disperso nell’attentato contro gli Skripal.
Certo, furono fatte verifiche e decontaminazioni, ma l’avvelenamento odierno sarebbe avvenuto in una zona altra da quelle allora bonificate.
Della vicenda Skripal ci siamo già occupati, manifestando dubbi sulle responsabilità russe (cliccare qui o qui). Dubbi che peraltro sono stati avanzati anche da altri (vedi ad esempio il Sole 24Ore).
Ai dubbi di allora si aggiungono quelli di oggi. Il capo della polizia locale, Keir Pritchard, è stato messo sulla graticola perché avrebbe sottovalutato il pericolo, esponendo altre potenziali vittime al novichok.
Non ha cioè dato subito l’allarme di una contaminazione chimica in atto, avviando le procedure del caso.
Da qui la sua replica: “Sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto da un amico che era stato con la coppia tutto il giorno, insieme alla diagnosi medica iniziale” e ad altro, esisteva “una forte indicazione che il peggioramento della loro salute poteva essere stato causato da una partita contaminata di droghe illegali” (The Independent).
Una difesa che dà un’indicazione significativa: se davvero ci troviamo di fronte a un caso di avvelenamento da novichok, sostanza altamente aggressiva, è impossibile che l’uomo che è stato un giorno intero insieme ai due non sia stato contaminato.
Come dovrebbero essere stati contaminati anche i medici che hanno trattato i due senza le protezioni del caso (tute isolanti etc., come da foto in basso), dal momento che, come spiega Pritchard, immaginavano si trattasse di due tossicodipendenti.
Il nuovo caso Skripal e i mondiali di calcio
E così passiamo a un tema più leggero: il mondiale di calcio in Russia. Le autorità britanniche avevano deciso di disertare l’appuntamento sportivo proprio a seguito del caso Skripal.
Ma qualcosa in questi giorni poteva cambiare. Dopo le cocenti delusioni inanellate nelle ultime competizioni internazionali, la nazionale di calcio inglese sta andando alla grande. Gioca bene, vince e alimenta sogni.
Peraltro anche il successo di questo mondiale, spettacolare e con tante sorprese, sta producendo un clima favorevole alla Russia, stemperando l’ondata di maccartismo che ha imperversato in Occidente negli ultimi tempi.
A distendere ancora di più il clima Est-Ovest, e in maniera più decisiva, i preparativi dell’incontro tra Putin e Trump, che procedono senza intoppi.
In questo clima c’era la concreta possibilità che le autorità britanniche si lasciassero alle spalle i vecchi rancori e accettassero l’invito del presidente russo di intervenire alla manifestazione sportiva.
Iniziativa che avrebbe potuto segnare una svolta nei rapporti Est-Ovest. Non avverrà. L’avvelenamento dei due cittadini di Amesbury ha nuovamente avvelenato, è il caso di dirlo, i rapporti Londra-Mosca.
Gli ambiti cui giova un rinnovato conflitto Est-Ovest possono tirare un sospiro di sollievo. Ma la partita del vertice Trump-Putin è ancora in corso e tutta da giocare.