L'abbattimento dell'Ilyushin S-20. Crisi Russia-Israele
Tempo di lettura: 3 minutiL’abbattimento dell’Ilyushin S-20 sui cieli siriani è al centro di controversie tra Tel Aviv e Mosca.
Se Putin ha subito raffreddato gli animi, parlando di tragico incidente, non per questo ha chiuso la questione.
Si trattava di chiarire subito che escludeva una ritorsione, cosa che avrebbe innescato incontrollabili escalation. Ma sull’incidente vuol vederci chiaro.
La diatriba sull’abbattimento del’Ilyushin S-20
Punto focale della querelle ora sono i cieli siriani. Israele ha condotto molteplici raid aerei contro asseriti obiettivi iraniani in Siria, duecento solo lo scorso anno.
La Russia, che in Siria ha difese micidiali, finora ha osservato il patto che la vede neutrale. Patto che prevedeva un avvertimento previo da parte dell’aviazione israeliana, per porre al riparo le proprie forze, e che Mosca non avrebbe consegnato a Damasco sistemi d’arma antiaerea sofisticati.
Un patto che Israele potrebbe aver violato. Certo, l’Ilyushin S-20 è stato abbattuto dalla contraerea siriana, ma perché, secondo i russi, i jet israeliani l’avevano usato come scudo e non avevano avvertito i russi dei raid secondo la tempistica concordata.
Gli israeliani smentiscono la ricostruzione: la colpa sarebbe tutta dell’imperizia della contraerea siriana.
Ma i russi non sembrano convinti. Debka riferisce con stizza che il capo della Forza aerea israeliana Amikam Nurkin, volato a Mosca per dare spiegazioni, è stato sottoposto a un fuoco di fila di domande, “per ore”.
Quel che è a tema, non è tanto un confronto russo-israeliano, ma la chiusura, parziale o totale, da parte dei russi dei cieli siriani ai voli israeliani. Per Israele sarebbe uno scacco strategico di primaria rilevanza.
Ciò può avvenire sia attraverso una ridefinizione limitativa degli accordi con Tel Aviv, sia attraverso la consegna ai siriani di una contraerea più avanzata.
I russi stanno decidendo sul da farsi, come ha dichiarato Putin. Nel frattempo hanno annunciato un’esercitazione delle proprie forze di stanza in Siria che si concluderà il 26 settembre. Fino a quella data i voli di aerei estranei in zona sono a rischio.
La notte del mistero
Le autorità israeliane sostengono che nulla cambierà e che potranno continuare indisturbati le loro missioni in Siria.
Ma temono il contrario. Tanto che Netanyahu, dopo il primo round di spiegazioni, andate a vuoto, ha ordinato ai suoi di continuare a trattare con Mosca.
Ma, al di là, resta il mistero di quella notte. Dove ai raid israeliani si sono sovrapposti i lanci di missili della fregata francese Auvergne.
È la prima volta che un Paese Nato interviene in modo diretto contro Damasco. Finora gli interventi o sono stati occulti o, se manifesti, limitati a raid punitivi motivati da asseriti attacchi chimici di Assad.
Una cosa talmente grossa, indicibile, che è stata silenziata da tutti. Per sopire altre e più perigliose criticità.
Si ha l’impressione che qualcosa di oscuro sia accaduto quel lunedì notte, subito dopo l’annuncio dell’accordo russo-turco su Idlib.
L’accordo segna una svolta: l’Occidente aveva più volte minacciato di intervenire in difesa di Idlib in caso di un attacco russo-siriano.
Minaccia che sembrava dovesse realizzarsi, stante che Damasco e Mosca non potevano più frenare l’offensiva contro la roccaforte jihadista.
Né sembrava possibile un’intesa con Erdogan (l’unico modo per evitare l’attacco), data la sua pretesa di conservare il controllo di Idlib attraverso le milizie jihadiste legate ad Ankara, cosa che appariva inaccettabile a Damasco.
Invece l’impossibile è accaduto. E un confronto diretto russo-americano (e rispettivi alleati) è stato evitato.
Così qualcuno ha pensato di alzare il tiro per far saltare il banco. Almeno è quello che pensa il consigliere del presidente Erdogan, Yasin Aktay, che in un’intervista al sito Sputnik ha affermato che l’abbattimento dell’Ilyushin S-20 mirava a “minare […] gli sforzi di Russia e Turchia sul governatorato siriano di Idlib (sintesi del sito)”.
Evitata la guerra, resta la controversia Mosca-Tel Aviv. Per il governo israeliano ogni limitazione alla sua azione sui cieli siriani è, ad oggi, inaccettabile… Vedremo.