Bolton in Russia: spiragli di distensione
Tempo di lettura: 3 minutiPutin e Trump potrebbero incontrarsi l’11 novembre a Parigi, in occasione della celebrazione della fine della Seconda Guerra Mondiale. A riferire la notizia di questa possibilità è stato, oggi, il ministero degli Esteri russo,
Dopo tanta tensione tra le due potenze, si apre uno spiraglio di distensione. Solo uno spiraglio, dal momento che si accenna a un’opportunità e non altro e più consistente.
Bolton va in Russia
E però, a rinforzare l’ipotesi che tale incontro si potrebbe tenere è il viaggio del Consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton in Russia.
Una visita, questa sì, certa, dal momento che l’ha annunciata lo stesso Bolton, anche lui via tweet (ormai è una mania), spiegando che nel corso del viaggio, che inizia il 20 ottobre, visiterà anche Azerbaigian, Armenia e Georgia.
In Russia sarà il 22 e il 23 ottobre, presumibilmente tappa finale della visita. Starà due giorni, dunque avrà tempo e modo di svolgere colloqui approfonditi. Ad oggi si sa che incontrerà il suo omologo russo Nikolay Patrushev.
Ma è possibile che incontri anche Putin, come avvenne nella precedente visita, quella del giugno 2018.
Vertice importante, quello, dal momento che in quell’incontro si fissò il primo incontro tra Trump e Putin, avvenuto poi il 16 luglio a Helsinki (il primo vertice a due, ché si erano incontrati altre volte, ma a margine di summit internazionali).
Anche la data ipotizzata oggi dal ministero degli Esteri russo è importante, perché situa l’eventuale incontro tra i due presidenti dopo le elezioni di Midterm.
Particolare che rende l’apertura più plausibile, dal momento che sarebbe più che inopportuno un incontro che precedesse quel voto: nel clima infuocato del Russiagate, che tormenta Trump da tempo, tale evento sarebbe strumentalizzato dai suoi oppositori.
Le dimissioni della Haley
Va inoltre ricordato che, al termine del vertice di Helsinki, Trump aveva espresso la volontà di incontrare nuovamente Putin prima della fine dell’anno.
Datazione poi corretta da Bolton, che spostò l’eventuale incontro all’anno prossimo. Cosa che rende la visita del Consigliere per la sicurezza nazionale Usa a Mosca ancora più intrigante: vuoi vedere che ci ha ripensato?
Va infine annotato che questo segnale di apertura avviene subito dopo le dimissioni di Nikki Haley, il cui atteggiamento verso Mosca è stato durissimo, tanto che una volta Trump dovette correggere un suo intervento in cui dichiarava nuove sanzioni contro Mosca (Sole 24Ore).
La Haley condivideva con Bolton l’ideologia neoconservatrice. Ma mentre Bolton è politico navigato, in grado anche di declinare il verbo neocon in caso di necessità, l’ex ambasciatrice all’Onu degli Stati Uniti considerava tale verbo dogma irriducibile (sulle dimissione della Haley, vedi Piccolenote).
Sarà un caso, ma l’allontanamento della Haley dallo scranno Onu coincide con una nuova apertura dell’amministrazione Trump alla Russia e, in parallelo, di Mosca a Washington.
Ad oggi l’ipotesi di un vertice a due è sospesa anche al risultato delle elezioni di Midterm. Trump deve almeno pareggiare per poter dispiegare la sua politica estera liberamente. In caso di sconfitta si fa tutto più difficile.
Ma se Bolton ha annunciato la sua visita a Mosca è segno che i neocon, i quali hanno buone informazioni, immaginano che l’ordalia delle elezioni di Midterm, che di questo si tratta, non sarà del tutto sfavorevole al presidente.
Resta che, ad oggi, il solo fatto che Bolton vada in Russia ha un suo peso specifico, data l’importanza del personaggio nell’amministrazione Usa e i suoi rapporti con i neocon. Finché si parla non si spara.