Trump e Xi Jinping: collaboriamo contro il coronavirus
Tempo di lettura: 3 minutiUna telefonata storica quella intercorsa ieri tra Trump e Xi Jinping. Storica perché tanti ambiti americani avevano fatto di tutto perché non avvenisse. Perché si perpetuasse, anche durante la devastante crisi del coronavirus, lo stolido antagonismo tra le due superpotenze.
Trump aveva già mandato un segnale in tal senso, contraddicendo i suoi. E ieri ha alzato la cornetta e ha telefonato al suo omologo cinese per coordinarsi.
Ne hanno dato notizia, praticamente in contemporanea, sia Trump che Xi. Così il presidente americano suTwitter: “Ho appena concluso un’ottima conversazione con il presidente della Cina Xi”.
“Abbiamo discusso in dettaglio sul Coronavirus che sta devastando gran parte del nostro Pianeta. La Cina da tempo sta affrontando [questa crisi, ndr.] e ha sviluppato una grande conoscenza del virus. Stiamo lavorando a stretto contatto insieme. Molto rispetto”!
Importante anche la parola finale, dato che la Cina ha chiesto a più riprese che gli Stati Uniti smettessero di indicare Pechino come responsabile della pandemia (era accusata di asseriti insabbiamenti sull’entità dell’epidemia).
Il presidente si smarca così dai falchi, lasciando scoperti anche quanti, nel mondo, si erano allineati a tale schema, immaginando fosse questa anche la disposizione di Trump.
Su Xinhua un resoconto più dettagliato. Xi ha infatti ribadito che la Cina non ha colpe per la diffusione dell’epidemia, e spiegato quanto ha fatto per condividere col mondo le sue conoscenze sul virus.
Ha poi sottolineato la necessità di una collaborazione internazionale (non solo con gli Usa, dunque) per contrastare la pandemia.
Ed ha quindi ribadito la sua propensione a collaborare con gli Stati Uniti, sia per contrastare il virus, sia “per rafforzare il coordinamento delle politiche macroeconomiche, al fine di stabilizzare i mercati, mantenere la crescita, salvaguardare il benessere delle persone e garantire l’apertura, la stabilità e la sicurezza delle catene di approvvigionamento globali”.
Quindi, augurando che gli Stati Uniti possano contrastare con successo il virus, ha ribadito che la Cina continuerà, come già sta avvenendo, a collaborare con Washington ed “è pronta a fornire supporto [agli Stati Uniti, ndr.] secondo le sue capacità”.
Infine, riferendo le parole di Trump, Xinhua scrive che il presidente ha detto che gli Stati Uniti sono “grati” alla Cina per aver promosso “scambi bilaterali di medicine e attrezzature sanitarie, come anche per la cooperazione nel campo della ricerca e lo sviluppo di farmaci efficaci contro la malattia”.
“Trump” – conclude Xinhua – “ha affermato di aver reso pubblicamente chiaro sui social media che il popolo americano rispetta e ama molto il popolo cinese”.
Il primo commento al tweet di Trump è stato sintetico ma efficace: “Adesso cambia”. A indicare che quanto avvenuto per Trump rappresenta una vera e propria svolta.
Nb. Forse resteranno un po’ spiazzati quanti, in Italia, stanno criticando l’aiuto che sta prestando la Cina al nostro Paese. Come si vede, tali aiuti sono più che benvenuti altrove.
Peraltro, e per inciso, ieri tale critica aveva preso spunto da un video virale che sembrava provare che il virus era nato in un laboratorio cinese. Ne avevamo scritto in una nota ad ampio respiro, oggi rimandiamo a un articolo del sito Vietato Parlare, che entra nel dettaglio smontando completamente la “bufala”.
Ps. I principali giornali americani, Washington Post e New York Times, hanno un po’ nascosto la notizia, a dimostrazione dell’ostilità che suscita la linea seguita da Trump. Anzi, il WP ha pubblicato un feroce articolo contro Pechino, a firma di due dei leader della rivolta di Hong Kong, intervento diretto sui media Usa alquanto anomalo.