Tremonti: la fine di un mondo e il mondo a venire
Tempo di lettura: 2 minutiLa proposta di Giulio Tremonti di un’emissione di titoli diretti ai risparmiatori italiani per favorire la ricostruzione è stata accolta con favore da tanti ed è allo studio del governo.
Un’idea antica, che evoca quanto attuato nel secondo dopoguerra, ma nuova, che è venuta a un politico che dovrebbe trovare valorizzazione adeguata, stante le mezze figure che pontificano in questi giorni.
Di grande interesse la sua intervista rilasciata all’Antidiplomatico, che ripercorre le tappe del collasso dell’economia globale fondata dal mercatismo, che sta al liberismo come Il bolscevismo sta a Marx, ne è cioè “un’estremizzazione”.
Marx, spiega Tremonti, che aveva capito meglio di altri il pericolo del Capitale, che evoca forze sotterranee che non può controllare. Come profeta fu Goethe, che aveva intuito il “passaggio dal cogito al digito ergo sum”; ma soprattutto con la sua “cambiale mefistofelica”, destinata ineluttabilmente ad andare in scadenza, come sta avvenendo adesso con il sistema creato dal denaro virtuale (l’odierna cambiale faustiana), la cui scadenza sarà pagata da tutti (meglio, quasi tutti).
E poi Thomas Mann, aggiunge Tremonti, con la moneta che diventa sovrana, una sovranità che le conferisce i tratti di una “completa demonizzazione”; infine Leopardi, che spiega come Roma “cade” allorquando “fa tutti romani”, profezia di una globalizzazione che con sua la pretesa di un’integrazione globale fa crollare il sistema.
Ma sulla crisi della globalizzazione Tremonti ricorda anche la celebre frase di Obama, quando, dopo la vittoria di Trump alle presidenziali del 2016, disse: “Non è la fine del mondo, ma è la fine di un mondo”.
Frase di stretta attualità, dato che la lotta vera, quella sotterranea che sta dilaniando il mondo, al di là del teatro delle apparenze, si gioca appunto su un ordine (altro dal vecchio) che tenta di emergere e sul contrasto disperato a tale spinta da parte di quelle forze che hanno dominato il passato, disposte a tutto (e tutto davvero) pur di non passare la mano.
Tante le suggestioni e le scintille d’intelligenza dell’intervista, alla quale rimandiamo, perché vale la lettura integrale (cliccare qui).