11 Agosto 2020

Beirut: il nitrato di ammonio era diretto ai ribelli siriani

Beirut: il nitrato di ammonio era diretto ai ribelli siriani
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A provocare l’esplosione di Beirut sono state tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinate in un magazzino del porto. E questo si sa. Nota anche la nave che trasportava quel carico. Non si sa ancora cosa abbia fatto detonare il materiale, punto oscuro sul quale circolano tesi che deve verificare la magistratura libanese.

Ignota al mondo, quella bomba segreta stava lì da anni, in attesa di non si sa cosa. Ignota ai più, ma non proprio a tutti. Il sito al Manar riporta un articolo del dicembre 2013 di Syria Truth, un sito siriano, che spiega come quel carico fosse destinato alle milizie in lotta contro Damasco, ma mai giunto a destinazione.

“Syria Truth ha appreso da fonti confermate a Beirut e Damasco che una nave che trasportava migliaia di tonnellate di nitrato di ammonio altamente concentrato è arrivata nel porto di Beirut il mese scorso per conto di gruppi armati a Homs e di Qalamun per la produzione di esplosivi” (l’articolo di Syria Truth, è in arabo, ma c’è Google translate…).

Quando la rivoluzione siriana era tracimata in Libano

Al Manar ricorda che, nel 2013, la regione libanese di Qousseir era occupata da milizie anti-Assad, il Free Syrian army, sostenuto dagli Usa, e il fronte al-Nosra (al Qaeda).

Syria Truth riporta una direttiva emanata da Damasco che chiedeva di vigilare sulla frontiera tra Libano e Siria, in particolare per evitare “il passaggio di nitrato di ammonio con una concertazione di azoto superiore al 30%, perché utilizzabile per ordigni esplosivi”. A informare i siriani di tale possibilità era stato il servizio segreto libanese.

Il nitrato di ammonio trasportato dalla Rhosus “è stato acquistato da un Paese del Golfo in favore di gruppi armati in Siria, il fronte di al-Nosra o il Free Syrian Army”.

Inizialmente la Rhosus avrebbe tentato di attraccare nel porto di Tripoli, nel Nord del Libano, ma, non essendoci riuscita, si è diretta a Beirut.

Secondo il sito siriano le operazioni di scarico nel porto di Beirut sarebbero state supervisionate da alti dirigenti dei servizi segreti libanesi e dalle autorità portuali, uomini legati agli ambiti libanesi che sostenevano i ribelli siriani (in lotta con Damasco ed Hezbollah).

Il capitano della nave

Al Manar riferisce poi le dichiarazioni di Boris Prokochev, il comandante della Rhosus, il quale ha detto che la nave gli era stata affidata dopo che il suo primo equipaggio l’aveva abbandonata perché non aveva ricevuto la paga.

Prokochev racconta che avrebbe dovuto dirigersi in Mozambico, ma il suo proprietario, un russo di nazionalità cipriota, un certo Igor Grechushkin, gli avrebbe chiesto inaspettatamente di andare in Libano, per imbarcare altro carico.

“Sulla costa libanese, una volta caricata, la nave è affondata. Ma il carico di nitrati è stato salvato e depositato nel magazzino 12”.

È noto che i ribelli siriani utilizzassero il nitrato d’ammonio per fabbricare i loro ordigni. Sul punto si può leggere un istruttivo articolo del New York Times, oppure Wikipedia o un reportage di Wired in Aleppo occupata dai cosiddetti ribelli siriani, che racconta l’avventura di un fabbricante di tali bombe artigianali.

L’uso di tale materiale è pratico e evita fastidi ai controlli: il nitrato di ammonio può  passare le frontiere come aiuto umanitario, dato che è un fertilizzante (come d’altronde le bombole di gas, inviate in Siria a tonnellate per farne i cosiddetti Cannon Hell).

Tanti sapevano del carico maledetto

Insomma, la storia della Rhosus non è affatto strana, appartiene al romanzo criminale della guerra siriana, dove per tentare il regime-change contro Assad sono state armate milizie che hanno causato centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati.

Quel regime-change che adesso si sta tentando di attuare in Libano, usando dell’esplosione di Beirut causata da un carico che aveva lo stesso scopo. A forzare la mano nel Paese dei cedri sono gli stessi ambiti che allora sostenevano la cosiddetta rivoluzione siriana, ma il romanzo libanese è ancora da scrivere e la forzatura ad oggi non ha prodotto risultati.

Le dimissioni del governo sono atto dovuto, dato il malcontento generalizzato. Si spera che siano evitate ulteriori forzature e si lasci spazio a libere elezioni.

Detto questo, tanti sapevano di quel carico, in Libano e nel mondo, tanti tra quanti hanno sostenuto la rivoluzione siriana. Si spiega così perché la causa dell’esplosione sia stata subito comunicata al mondo, con report precisi fino all’oncia sulla quantità di nitrato d’ammonio stipato in quel maledetto magazzino.