Il World economic forum: 2030, non avrai nulla e sarai felice
Tempo di lettura: 2 minutiPredizioni sciamaniche per questo tempo sciamanico. Che a furia di ripeterle come un mantra per migliaia di volte alla fine si avverano. Volenti o nolenti.
Questa è l’occupazione più diffusa di alcuni ambiti internazionali che dettano i tempi e le prospettive del mondo. Certo, qualche volta le predizioni non si avverano (vedi Brexit), ma sono eccezioni che confermano la regola.
Non vorremmo che tra quelle che si avvereranno, o si stanno avverando, ci sia quella che il World Economic Forum ha tracciato nelle sue sessioni del 2017.
“Non possiedo niente. Non possiedo una macchina. Non possiedo una casa. Non possiedo né elettrodomestici né vestiti…”. Questo il primo punto del documento del WEF di cui sopra.
Sul video che è sintesi (in)felice per i social, quel “non possiederai niente” è accompagnato dalla faccia sorridente di un giovane e da un’altra previsione, ancora più sconcertante, “e sarai felice”.
Quanto è accaduto negli ultimi anni, con un’accelerazione negli ultimi mesi di pandemia, suggerisce che non siamo così lontani dall’avverarsi della prima premonizione. Nessuno ha più nulla perché qualcuno ha (evidentemente) tutto. Ai più rimane solo da cercare di tirar su (elemosinare?) il necessario per sopravvivere.
Cosa poi ci sia da essere felici nel non possedere nulla ci viene spiegato nell’approfondimento.
“Una dopo l’altra tutte queste cose sono diventate gratuite…quando l’intelligenza artificiale e i robot hanno assunto gran parte del nostro lavoro…”
Inquietante la chiosa finale: “…tutto è stato trasformato in intrattenimento e le persone non hanno più voluto preoccuparsi di problemi difficili”. Che poi i cosiddetti “problemi difficili” siano quelli che da sempre interessano di più la vita degli uomini non è importante.
Non sono più affar nostro. Per organizzare e gestire tutto ci sono gli esperti, i tecnici, gli scienziati (i virologi), gli amministratori delegati, i grandi finanzieri, i media mainstrem, i moralizzatori… sono loro a occuparsi di tutto per noi, assicurandoci la felicità.
Noi possiamo dedicarci all’intrattenimento, i circenses, come li chiamavano i Romani. E con questo siamo (diventeremo) felici. Non avremo più nulla, né nulla di cui (pre)occuparci…
Che poi, viene da pensare, dopo questa pandemia che ha devastato tutto ciò che era considerato intrattenimento (turismo, sport, musica, spettacolo…), l’unico intrattenimento consentito resta quello virtuale. Consumato da soli e nella propria (pardon, altrui e gentilmente prestata) casa.
Intrattenimento virtuale gestito dagli esperti di cui sopra, che, al contrario di quello bambino, che fa crescere, mira a farci regredire in quella spensierata fase adolescenziale così cara ai gestori del “tutto”.
Non siamo inclini al luddismo, la ricerca e la tecnologia sono ormai parte della nostra vita, ma siamo consapevoli che è materia da maneggiare con la cautela del caso, dati presupposti e prospettive. Che il distopico video del WEF espone, ormai libero dai tanti infingimenti del passato, con l’enfasi propria dei vincitori.