Siria, guerra senza confini Gli insorti accusano "Invasi da Iran e Hezbollah"
Tempo di lettura: 2 minutiInfuria la battaglia a Qusayr, una città strategica, perché, trovandosi a pochi chilometri da Homs e dal confine libanese, rappresenta un punto nevralgico del Paese. La sua caduta in mano ai cosiddetti ribelli, tempo fa, fu un duro colpo per Damasco. In questo momento sembra dover passar di mano, dal momento che le truppe regolari hanno scatenato una controffensiva che sta mettendo a dura prova le forze anti-Assad. La novità di questa nuova fase del conflitto è che a dar man forte a Damasco sono scese in campo, non più sottotraccia, le milizie di Hezbollah, da sempre alleate di Damasco.
Ed è proprio l’intervento di Hezbollah a far pendere l’ago della bilancia del conflitto dalla parte di Damasco, dal momento che si tratta di milizie abituate a conflitti irregolari come e più dei cosiddetti ribelli.
Come prevedibile, la guerra siriana si è internazionalizzata: oltre alle forze regolari e a quelle ribelli (anche se queste ultime rappresentano una minima parte delle forze in campo, ma servono alla narrazione di una guerra di popolo contro un potere tirannico), oltre alle truppe mercenarie arruolate in tutto il mondo dall’Occidente e da alcuni Paesi arabi a sostegno dei cosiddetti ribelli, a sostenere Assad sono intervenuti Hezbollah e, sembra, milizie iraniane fatte passare attraverso il compiacente confine iracheno. Un conflitto regionale, insomma, che tende ad allargarsi. Notizia di ieri è la cattura da parte delle forze di Damasco di un veicolo israeliano. Un piccolo segnale, ma significativo: un’interpretazione del conflitto si affannava a ripetere che Israele avrebbe visto con preoccupazione l’ascesa di un fondamentalismo islamico in Siria e avrebbe preferito la presenza stabilizzatrice di Assad. Se questa interpretazione fotografa la percezione di alcuni ambiti israeliani, non è esaustiva: la destra israeliana ha sempre visto Assad come un nemico e ha sostenuto la cosiddetta rivolta contro Damasco, come dimostra la cattura del veicolo, ma come è stato evidente anche nei recenti raid aerei di Tsahal in terra siriana. Il governo siriano lo sa bene e ha puntato i missili contro Tel Aviv.
Se la conferenza di pace di Ginevra non troverà una soluzione, sarà sempre più difficile arginare l’allargamento del conflitto.