24 Maggio 2013

«Basta con la guerra illimitata al terrorismo»

Tempo di lettura: 2 minuti

Ieri mattina, alla National Defense University di Washington, Barack Obama ha tenuto il primo discorso sull’antiterrorismo del suo secondo mandato alla Casa Bianca, nel quale ha ridefinito le priorità dell’America nella lotta al terrorismo. «Tutte le guerre hanno fine – ha affermato – e anche questa deve averla», specificando poi: «dobbiamo continuare la nostra lotta senza quartiere contro le singole organizzazioni terroristiche, ma la guerra globale dichiarata 12 anni fa, dopo l’attacco dell’11 settembre, deve finire. Lo suggerisce la storia. Lo richiede il nostro sistema democratico. Discuterò col Congresso su come rivedere, e alla fine abolire, l’Authorization to Use Military Force». Il prolungamento indefinito della war on terror, spiega Obama mettendo in guardia il Paese, rischierebbe di mettere a repentaglio il patrimonio dei valori democratici degli Stati Uniti. Una battaglia, quella per la sicurezza, i cui costi sono stati elevati, e non solo in termini economici: «in qualche caso credo che abbiamo compromesso valori fondamentali del nostro sistema democratico», ha detto in merito all’uso della tortura nell’interrogatorio dei nemici e al mantenimento di sospetti in stato di detenzione «in un modo che è contrario alle nostre leggi». Il presidente è quindi tornato con forza sulla richiesta, finora ostacolata dal Congresso, di smantellare Guantanamo.

Le parole di Obama segnano un punto di speranza: quando George W. Bush dichiarò la guerra infinita al terrorismo, un’espressione che poi era stata presto smentita a parole ma non nei fatti, un brivido aveva attraversato il mondo. Quell’espressione era qualcosa di inusuale: le guerre sono sempre state fatte per uno scopo, sia quelle aggressive sia quelle difensive. Invece una guerra permanente non ha uno scopo ben definito, è una guerra esoterica. Così il discorso di Obama di ieri non appare solo un cambiamento dal punto di vista strategico-militare, ma una svolta, si potrebbe dire, “culturale”: dall’esoterismo si è tornati al realismo.

Resta da capire se gli Stati Uniti riusciranno davvero a uscire dal tunnel nel quale hanno vissuto in questi anni. E non solo loro. In questo senso, la lotta continua.

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton