Milioni di americani sotto controllo
Tempo di lettura: 2 minutiUn’altra mina per l’amministrazione Obama: da sette anni i telefoni degli americani sono sotto controllo. È stato il britannico Guardian a dare la notizia, pubblicando un documento riservato dell’amministrazione Usa nel quale i grandi operatori di telefonia venivano obbligati a fornire i propri dati alla National security agency (Nsa). Una notizia ripresa e confortata da un altro scoop del Washington Post, che ha pubblicato un altro documento riservato similare, stavolta diretto al traffico via internet.
La palese e indiscriminata violazione della privacy dei cittadini americani ha suscitato reazioni fortissime. Il New York Times si è spinto a scrivere che si tratta di un «abuso di potere che richiede vere spiegazioni. L’Amministrazione Obama ha perso ogni credibilità».
Il Presidente, dal canto suo, ancora non ha dato risposte ufficiali, limitandosi a non smentire. Parlano però alcuni dei parlamentari, che spiegano la misura con l’esigenza di tutelare il Paese dalla minaccia terroristica: alcuni attentati sarebbero stati evitati proprio grazie a questo tipo di controlli. E fanno discendere la legittimità di tali misure dal Patriot act, emanato da George W. Bush dopo l’attentato alle torri gemelle, che anteponeva le esigenza di sicurezza nazionale alla tutela della libertà dei cittadini.
«Dobbiamo continuare la nostra lotta senza quartiere contro le singole organizzazioni terroristiche […] ma la guerra globale dichiarata 12 anni fa deve finire – ha detto Obama una decina di giorni fa – Lo suggerisce la storia. Lo richiede il nostro sistema democratico. Discuterò col Congresso su come rivedere, e alla fine abolire, l’Authorization to Use Military Force». E ha aggiunto: «In qualche caso credo che abbiamo compromesso valori fondamentali del nostro sistema democratico». Quanto sta avvenendo in questi giorni è la conferma delle parole pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti. E potrebbe aiutare l’amministrazione a rimettere in moto un meccanismo virtuoso che porti l’America fuori dalle derive “poliziesche” post 11 settembre. Sempre se Obama non sarà travolto prima.