Notes, 14 giugno 2013
Tempo di lettura: < 1 minuteSedie. Ha fatto notizia la diserzione del Pontefice da un concerto offerto per lui in Vaticano. Di fatto, una presa di distanza dalla Curia. Alla quale riserva critiche frequenti, come ben sa chi segue i suoi interventi e le sue omelie.
In realtà il vescovo di Roma ha detto cose ben più significative contro certe derive ecclesiali, come quando ha chiesto preghiere perché la Chiesa non diventi gnostica o non cada nelle mani del diavolo: prospettive ben più tragiche del carrierismo, che in fondo la Chiesa conosce da secoli (la simonia è male antico), o il connubio con il potere (basta ricordare i Borgia).
Resta quella sedia vuota, che fa il paio con la dimora del Pontefice deserta, ché il nuovo vescovo di Roma preferisce la Casa Santa Marta, distaccando così la figura del Papa dalle stanze vaticane. Sono gesti che pongono distanza e che più di altri rendono evidente la critica di Francesco verso certe derive ecclesiali.
In estate resterà a Roma, a lavorare, si dice, alla riforma della Curia. Necessaria, certo, ma non sufficiente: la Chiesa soffre di mali profondi che una semplice riforma della Curia non può esaurire. Una Chiesa gnostica non si combatte con una Curia più agile, come auspicano alcuni, ma con altro e più incisivo. Anzi Altro, con la A maiuscola. Occorrono i miracoli del Signore, non basta il Papa. E questo Francesco, che testimonia in modo mirabile l’amore a Gesù, lo sa bene. Altrimenti non chiederebbe in maniera così insistente le preghiere del popolo di Dio.