Egitto, esplode la rabbia contro Morsi tra i morti anche un fotografo americano
Tempo di lettura: < 1 minuteManifestazioni in tutto l’Egitto: dal Cairo ad Alessandria le folle scendono in piazza a chiedere le dimissioni del Presidente Morsi, una nuova Costituzione (quella redatta dal nuovo corso politico avviato dopo la cacciata di Mubarak non è gradita all’opposizione) e nuove elezioni. Alcuni morti negli scontri, che hanno visto affrontarsi opposizione e sostenitori del governo, tra i quali un fotografo americano. Ma gli osservatori internazionali prevedevano eventi ancora più funesti. Purtroppo però, la tensione è destinata a salire: per domani, anniversario dell’elezione di Morsi, sono previste manifestazioni più imponenti e i disordini di oggi potrebbero essere solo il preludio a un possibile bagno di sangue.
Da una parte il presidente che gode del sostegno dei fratelli musulmani, ma dell’ostilità di altre fazioni islamiche, dall’altra il variegato e frazionato mondo dell’opposizione.
L’Egitto ha un peso notevole nello scacchiere mediorientale e tante sono le conflittualità e le pressioni – e ingerenze – internazionali: ma ad oggi tutto si è svolto entro i limiti di una conflittualità più o meno tollerabile. Se la situazione dovesse precipitare, i militari sono pronti a scendere in campo. Una settimana fa hanno lanciato al Paese il loro monito preventivo che ha riecheggiato nelle cancellerie di tutto il mondo. Da capire se il loro ritorno in campo, se ci sarà, sarà a difesa del governo o se preluderà a un ritorno degli stessi alla guida del Paese. La primavera egiziana, che tanta speranza sembrava aver suscitato nel mondo, è ancora qualcosa di precario e sfuggente. Talmente precario che potrebbe finire domani.