In Libia vince il fantasma di Gheddafi
Tempo di lettura: < 1 minute«Potrà anche apparire come una beffarda ironia della Storia, ma la realtà è che questa sorprendente vittoria dei moderati in Libia è l’ultima eredità di Gheddafi. Si può legittimamente dire tutto il male che si vuole dei suoi 40 anni di violenze, tuttavia, quando vedremo sedersi sulla tribunetta del Parlamento non un barbuto seguace della Fratellanza Musulmana, ma un glabro signore di modi occidentali che, certamente, anche lui, ringrazierà Allah, e però poi farà riferimento ai valori della democrazia e al tempo nuovo che il suo Paese si appresta a vivere, ebbene, tutto questo lo dovremo a quel dittatore che aveva fatto della Libia un feudo personale. E’ politicamente scorretto trovare qualche traccia perfino positiva nella vita e nella eredità di un dittatore. Ma la “serendipity” è una straordinaria avventura della complessità del reale, e se Jibril e la sua Alleanza di forze moderate hanno ora potuto guadagnarsi la maggioranza dei consensi elettorali, questo risultato nasce anche dal processo di laicizzazione che Gheddafi aveva guidato nella costruzione della sua Jamahiryia». Questo l’incipit di un articolo apparso sulla Stampa del 12 luglio a commento delle recenti elezioni che si sono svolte in Libia. Titolo dell’articolo: In Libia vince il fantasma di Gheddafi.