L'America e il cambiamento irreversibile del mondo
Tempo di lettura: < 1 minute«Le difficoltà economiche e politiche degli Stati Uniti sono temporanee; torneranno a crescere e a proiettare la loro influenza nel mondo. Ma constateranno che l’equilibrio di potere si è trasformato in modo irreversibile. Oggi le democrazie occidentali rappresentano meno della metà della ricchezza mondiale, e il loro rallentamento economico va di pari passo con la crescita di altre potenze. È ovvio che i Paesi emergenti si aspettino di esercitare un nuovo livello di influenza. Siamo passati dal G8 al G20 e la Cina sta pretendendo sempre più peso. I poteri emergenti sono più disposti a tenere testa agli Usa e all’Europa sulla Siria, sul commercio globale, sui cambi climatici. Quello che preoccupa è che se l’America chiude l’amministrazione pubblica e la Ue fatica a tenere l’euro a galla, vuol dire che non sono attrezzate a fronteggiare questa trasformazione». Così Charles Kupchan, del Council on Foreign Relations, uno dei tink tank più autorevoli degli Stati Uniti, intervistato da Elena Molinari sull’Avvenire del 16 ottobre (titolo dell’intervista L’America nel mondo di nessuno).