Il Papa: la povertà, strumento per guadagnare la ricchezza di Dio
Tempo di lettura: 2 minuti«Gesù Cristo, che era ricco, si è fatto povero per arricchire noi», mentre la cupidigia dei soldi, che porta a idolatrare il denaro, fa sì che «tu che sei un povero uomo, ti fai Dio per vanità». Così Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata in Casa Santa Marta il 21 ottobre.
Per questo motivo, ha spiegato il Papa, «Gesù dice cose tanto dure e tanto forti contro l’attaccamento al denaro»; quando, ad esempio, ricorda «che non si possono servire due padroni: o Dio o il denaro»; ed esorta ad avere fiducia in Lui, a non preoccuparci «perché il Signore sa di cosa abbiamo bisogno» e «ci porta all’abbandono fiducioso verso il Padre, che fa fiorire i gigli del campo e dà da mangiare agli uccelli del cielo».
Al contrario, Francesco ha ricordato la parabola evangelica del ricco che aveva accumulato un grande raccolto, che, per cupidigia, aveva voluto costruire altri magazzini, «sempre di più», nulla importando il bisogno degli altri.
Questa ambizione, ha spiegato Francesco, è una sorta di «divinità idolatrica», «una stoltezza, porta lontano dalla vita. Distrugge ogni fraternità umana». Ed è punita dal Signore nell’evangelo.
Non si tratta di demonizzare il denaro, ha premesso il Papa, che anzi serve anche a fare cose buone. Ma a stare in guardia dalla cupidigia.
Il Signore, ha aggiunto Francesco, non propone un «cammino della povertà per la povertà […] al contrario è il cammino della povertà come strumento, perché Dio sia Dio, perché Lui sia l’unico Signore, non l’idolo d’oro».