12 Novembre 2013

Iraq, la guerra del terrore dimenticata

Iraq, la guerra del terrore dimenticata
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Un articolo apparso sulla Repubblica del 12 novembre dettaglia la tragica contabilità del terrore che abita in Iraq. Riportiamo: «Dall’inizio del  2013 dice l’Onu, gli attacchi terroristici hanno già provocato 5.500 morti, e nel mese scorso il Paese ha conosciuto il più alto numero di vittime da cinque anni a questa parte, dai giorni bui del conflitto inter-religioso del 2008. Solo a ottobre sono state uccise 1100 persone, di cui 900 civili. Da gennaio sono esplose 500 autobombe, la metà delle quali nella capitale, mentre un centinaio di kamikaze imbottiti di tritolo si sono fatti saltare in aria in uno studio, un commissariato, una caserma, una scuola o dentro una moschea con i fedeli in preghiera».

Titolo dell’articolo La guerra infinita di Bagdad dove anche le soap-opera raccontano l’incubo di Al Qaeda.

 

Nota a margine. Al di là delle ricostruzioni più o meno di parte di quanto sta avvenendo in Iraq, sprofondato in questo caos a seguito della guerra per esportare la democrazia nel Paese, va da sé che la destabilizzazione irachena si accompagna a quella della Siria ed è alimentata dalla tensione tra Occidente e Iran. Una soluzione del conflitto siriano e la conclusione del controverso capitolo atomico iraniano porterebbe giovamento anche al martoriato Paese iracheno da troppi anni al centro di conflitti internazionali: dal 1980 al 1988 Saddam Hussein si fece promotore di una sanguinosa guerra contro l’Iran di Komheini, trovando incoraggiamento e sostegno in Occidente. Nel 1991 la prima guerra del Golfo. Quindi i lunghi anni di bombardamenti continui subiti durante la presidenza Clinton (poco ricordati, ma altrettanto devastanti); infine, nel 2003 la nuova guerra, scatenata dai neocon (guerra preventiva per eliminare le armi di distruzione di massa e portare la libertà a Bagdad…), seguita da otto anni di conflitto permanente contro le truppe alleate attestate nel Paese. Ora la nuova guerra inter-religiosa, ma che nasconde interessi altri e più oscuri. C’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace, recita l’Ecclesiaste. In Iraq il tempo della pace tarda a venire.