Papa Francesco: non tentate di impadronirvi dei progetti del Signore
Tempo di lettura: 3 minutiNell’omelia della messa celebrata in Casa Santa Marta il 13 novembre, il Papa ha esortato a camminare affidandosi allo «spirito di Dio, che ci aiuta a giudicare, a prendere decisioni secondo il cuore di Dio. E questo spirito ci dà pace, sempre! […]. Andare sotto la mozione dello Spirito di Dio e di questa saggezza. E quell’uomo e quella donna che camminano così, si può dire che sono un uomo e una donna saggia. Un uomo saggio e una donna saggia, perché si muovono sotto la mozione della pazienza di Dio».
Al contrario, seguire le nostre curiosità mondane ci allontana dal Signore: «È quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio – ha spiegato -, del futuro, delle cose; conoscere tutto, prendere in mano tutto… I farisei domandarono a Gesù: “Quando verrà il Regno di Dio?”. Curiosi! Volevano conoscere la data, il giorno».
La curiosità mondana, ha proseguito il papa, si applica anche a certa religiosità. «Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna…», ha proseguito il Papa, commentando: «Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni». Sono cose, ha affermato Francesco, che «allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio». Perché «Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione: viene nella saggezza […]. “Il Regno di Dio è in mezzo a voi!”, dice Gesù. È l’azione «dello Spirito Santo, che ci dà la saggezza, che ci dà la pace. Il Regno di Dio non viene nella confusione, come Dio non parlò al profeta Elia nel vento, nella tormenta», ma «nella soave brezza, la brezza della sapienza».
E ha concluso citando santa Teresina: «Così Santa Teresina – Santa Teresa di Gesù Bambino – diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un’altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, alcune volte passava ad un altro argomento e lei aveva voglia di conoscere la fine di questa storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché era uno spirito di dispersione, di curiosità. Il Regno di Dio è in mezzo a noi: non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo Spirito ci porti avanti, con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo Spirito del Regno di Dio, di cui parla Gesù. Così sia».
Nota a margine. Nella sua omelia il Papa vuole mettere in guardia dalla curiosità mondana, che vuole possedere, soddisfare propri interessi meschini. Una curiosità deviata, come è del cuore ferito dal peccato originale. Come tutti i sentimenti umani, essendo il cuore creato dal Signore, la curiosità in sé non è cattiva: don Luigi Giussani, per fare un esempio, racconta di come i discepoli, come anche Zaccheo quando sale sull’albero, stupiti di quanto diceva e faceva Gesù, iniziarono a seguirlo curiosi di capire chi fosse quell’uomo tanto straordinario. Scrive Giussani: «Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. Non c’è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero » (Alla ricerca del volto umano, Rizzoli).