Quel patto segreto tra nazisti e Hollywood
Tempo di lettura: < 1 minuteThe Collaboration. Hollywood’s Pact with Hitler, saggio del ricercatore di Harward Ben Urwand, ha messo a nudo i legami tra l’industria del cinema americana e il nazismo. Su pressione tedesca, gli studios, per i quali il mercato tedesco avevano un valore fondamentale, «si piegarono uno dopo l’altro al volere del Reich: dalla Fox alla Rko, dalla Mgm alla 20th Century Fox. Urward sostiene che almeno una ventina di pellicole girate per il pubblico statunitense furono modificate pesantemente o addirittura ritirate dalla distribuzione su pressione dei nazisti che pretesero l’allontanamento anche degli attori ebrei». Non sfuggì a queste pressioni neanche la Warner Bros, dei fratelli ebrei Harry e Jack Warner, «finora accreditati di un rischioso impegno personale in chiave antinazista». Le case produttrici di Hollywood finirono per «accettare l’articolo 15 del regolamento cinematografico tedesco, secondo il quale in Germania venivano proibiti in blocco tutti i film dei produttori che avevano distribuito ovunque nel mondo anche un solo film sgradito al Terzo Reich». Il patto venne meno solo nel 1941, dopo Pearl Harbour.
La recensione del saggio di Urward è stata pubblicata sull’Avvenire del 22 novembre, in un articolo a firma di Riccardo Michelucci con il titolo: E Hollywood nascose i misfatti di Hitler.