18 Dicembre 2013

Il Giappone, la Cina e i timori di una nuova guerra sino-giapponese

Il Giappone, la Cina e i timori di una nuova guerra sino-giapponese
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«È una lista della spesa da grande potenza militare quella che il governo giapponese ha scritto ieri nel suo nuovo piano di difesa nazionale. Tra il 2014 e il 2019 Tokyo acquisterà dagli Stati Uniti tre droni, 28 cacci F-35A, 17 aerei Osprey a decollo verticale; saranno varate cinque cacciatorpediniere per la marina incluse due con sistemi antimissile balistici Aegis e sei sottomarini: quando queste unità saranno operative la flotta giapponese disporrà di 54 cacciatorpediniere e 22 sottomarini e l’aviazione di 280 apparecchi da combattimento». Così sul Corriere della Sera del 18 dicembre Guido Santevecchi fotografa l’escalation militare che si sta attuando in estremo Oriente, che va corredata con la costituzione di una «brigata di sbarco» pronta ad ogni evenienza.

Sale la tensione con la Cina, con la quale si contende il controllo di varie isole del mar cinese orientale, tanto che i giornali nipponici si interrogano sulla data dello scoppio di una nuova guerra sino-giapponese. Accuse da Pechino, che teme di essere trascinata in un conflitto, ma il premier giapponese, Shinzo Abe, ripete che nulla è cambiato nella politica pacifica del suo Paese.

La diplomazia occidentale finora ha sostenuto il rafforzamento, anche militare, del Giappone immaginandolo come un argine all’espansionismo del Dragone. Ma la storia dice che se è vero che il nazionalismo nipponico ha avuto in Asia il suo principale raggio di azione, come insegnano le guerre russo-giapponese e sino-giapponese di inizio novecento, ha poi tracimato, trascinando il Paese dei kamikaze in avventure devastanti per il mondo intero. Quando si creano mostri è difficile controllarli.

Titolo dell’articolo del Corriere: La corsa al riarmo di Abe Droni, sottomarini e truppe da sbarco.

 

 

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