Il Papa: confessare la fede secondo la tradizione e adorare, da qui la speranza cristiana
Tempo di lettura: 2 minuti«Chiunque rimane in Dio, chiunque è stato generato da Dio, chiunque rimane nell’amore vince il mondo e la vittoria è la nostra fede. Da parte nostra, la fede. Da parte di Dio – per questo “rimanere” – lo Spirito Santo, che fa questa opera di grazia. Da parte nostra, la fede. E’ forte! E questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede! La nostra fede può tutto! È vittoria […] Ma la Chiesa è piena di cristiani sconfitti, che non credono in questo, che la fede è vittoria; che non vivono questa fede, perché se non si vive questa fede, c’è la sconfitta e vince il mondo, il principe del mondo». Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 10 gennaio.
Quindi Francesco ha esortato a confessare la fede: «Confessare la fede! Tutta, non una parte! Tutta! E questa fede custodirla tutta, come è arrivata a noi, per la strada della tradizione: tutta la fede! E come posso sapere se io confesso bene la fede? C’è un segno: chi confessa bene la fede, e tutta la fede, ha capacità di adorare, adorare Dio. Noi sappiamo come chiedere a Dio, come ringraziare Dio, ma adorare Dio, lodare Dio è di più! Soltanto chi ha questa fede forte è capace dell’adorazione». Sul punto, il Papa ha constatato: «Io oso dire che il termometro della vita della Chiesa è un po’ basso in questo», ovvero che c’è poca adorazione. E ha continuato: «Non ne abbiamo tanta, alcuni sì…». E questo «perché nella confessione della fede noi non siamo convinti o siamo convinti a metà».
Quindi ha concluso: «L’uomo o la donna che ha fede si affida a Dio: si affida! Paolo, in un momento buio della sua vita, diceva: “Io so bene a chi mi sono affidato”. A Dio! Al Signore Gesù! Affidarsi: e questo ci porta alla speranza. Così come la confessione della fede ci porta all’adorazione e alla lode di Dio, l’affidarsi a Dio ci porta ad un atteggiamento di speranza».