15 Gennaio 2014

Hollande, l'economia batte il gossip

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Oltre seicento giornalisti alla conferenza stampa di monsieur Franςois Hollande, messo alle strette da una banale storia di corna. Il presidente transalpino ha tentato di rilanciare la sua immagine dribblando sulle vicende personali e parlando di economia. Ha presentato alcune misure volte a sostenere le imprese francesi, che si sono strette attorno a lui, e si è dichiarato socialdemocratico, prendendo le distanze dalla sinistra del partito. Sulle sue vicende personali ha solo spiegato che si tratta di una questione dolorosa. Intanto l’attuale compagna è ancora all’ospedale e l’amante, secondo indiscrezioni giornalistiche dell’ultima ora, aspetterebbe un figlio da lui. Il presidente ha detto che i nodi saranno sciolti prima del suo prossimo viaggio negli Usa: solo allora si saprà se, dopo Carla Bruni, un’altra celebrità andrà ad alloggiare stabilmente all’Eliseo.

In un’intervista alla Repubblica, il direttore di Le Point, Franz-Olivier Gisbert spiega che ai cittadini francesi non importa nulla delle vicende private del presidente: «Quel che conta per la gente è se farà davvero ripartire l’economia». Annotazione non banale, dal momento che sotto le Alpi si è ragionato in altro modo, bombardando l’opinione pubblica di gossip quotidiani su Berlusconi. E nella stessa intervista, plaude alla rivoluzione copernicana di Hollande, che con la conferenza stampa di ieri ha dimostrato che in economia ha abbandonato la rive gauche per approdare a quella droite. Una svolta storica per il Paese della rivoluzione: nel nostro piccolo speriamo che resti qualcuno al mondo che abbia a cuore oltre al capitale anche i lavoratori e gli ultimi. È una garanzia anche per l’economia, la quale, senza freni, produce mostri (vedi Lehman Brothers).

Importante, infine, il viaggio negli Usa annunciato da Hollande. Da tempo la Francia ha frizioni con i dirimpettai d’oltreoceano, e su questioni di fondamentale importanza. In particolare Hollande ha provato in varie occasioni a spingere gli Stati Uniti in guerra contro Assad e ha frenato non poco sul processo di distensione Usa-Iran. Un contrasto netto e deciso, nel quale però ha dovuto cedere terreno al potente alleato. Fosse per Sarkozy, tornato alla grande sulla scena pubblica in concomitanza con lo scandalo presidenziale, i mirage francesi solcherebbero da tempo i cieli siriani (la guerra in Libia, dove intervenne senza attendere le Nazioni unite, insegna qualcosa). 

Ma al di là, la Francia è uno dei pilastri dell’Unione europea: è sconsolante assistere a questo triste travaglio. Non è un bene per il Paese, non è un bene per l’Europa.

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