Il Papa: è Gesù che attira, perché possiamo incontrarlo, riconoscerlo, accoglierlo, abbracciarlo
Tempo di lettura: 2 minutiNella festa della presentazione di Gesù al Tempio, il Papa ha celebrato messa per la giornata della vita consacrata. Nell’omelia ha raccontato il Vangelo in questo modo: «Osserviamo che cosa l’evangelista Luca ci dice di loro, come li descrive. Della Madonna e di san Giuseppe ripete per quattro volte che volevano fare quello che era prescritto dalla Legge del Signore (cfr Lc 2,22.23.24.27). Si coglie, quasi si percepisce che i genitori di Gesù hanno la gioia di osservare i precetti di Dio, sì, la gioia di camminare nella Legge del Signore! […] E’ un desiderio forte, profondo, pieno di gioia. È quello che dice il Salmo: “Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia… La tua legge è la mia delizia”».
E, accennando all’incontro nel Tempio tra la santa Famiglia e i due profeti (i vecchi Simeone e Anna), ha aggiunto: «Ed ecco l’incontro tra la santa Famiglia e questi due rappresentanti del popolo santo di Dio. Al centro c’è Gesù. È Lui che muove tutto, che attira gli uni e gli altri al Tempio, che è la casa di suo Padre. È un incontro tra i giovani pieni di gioia nell’osservare la Legge del Signore e gli anziani pieni di gioia per l’azione dello Spirito Santo. E’un singolare incontro tra osservanza e profezia, dove i giovani sono gli osservanti e gli anziani sono i profetici! In realtà, se riflettiamo bene, l’osservanza della Legge è animata dallo stesso Spirito, e la profezia si muove nella strada tracciata dalla Legge. Chi più di Maria è piena di Spirito Santo? Chi più di lei è docile alla sua azione?
Alla luce di questa scena evangelica guardiamo alla vita consacrata come ad un incontro con Cristo: è Lui che viene a noi, portato da Maria e Giuseppe, e siamo noi che andiamo verso di Lui, guidati dallo Spirito Santo. Ma al centro c’è Lui. Lui muove tutto, Lui ci attira al Tempio, alla Chiesa, dove possiamo incontrarlo, riconoscerlo, accoglierlo, abbracciarlo».
Nell’Angelus successivo ha spiegato ancora: «Questo episodio evangelico costituisce anche un’icona della donazione della propria vita da parte di coloro che, per un dono di Dio, assumono i tratti tipici di Gesù vergine, povero e obbediente. Questa offerta di sé stessi a Dio riguarda ogni cristiano, perché tutti siamo consacrati a Lui mediante il Battesimo. Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia. Tuttavia, tale consacrazione è vissuta in modo particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con la professione dei voti appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo».
E ha concluso: «La Chiesa e il mondo hanno bisogno di questa testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. I consacrati, i religiosi, le religiose sono la testimonianza che Dio è buono e misericordioso».