Il Papa: la preghiera cambia il cuore
Tempo di lettura: 2 minuti«Mosè parla liberamente davanti al Signore e ci insegna come pregare, senza paura, liberamente, anche con insistenza. Mosè insiste. E’ coraggioso. La preghiera» è anche un «negoziare con Dio». Così papa Francesco nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 3 aprile. Mosè, continua il Papa, alla fine convince Dio e la lettura dice che «il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo». In realtà, spiega il Papa «chi è cambiato, qui? Il Signore è cambiato? Io credo di no». Infatti, quello «che è cambiato, è Mosè, perché Mosè credeva che il Signore avrebbe fatto questo, credeva che il Signore avrebbe distrutto il popolo e lui cerca, nella sua memoria, come era stato buono il Signore con il suo popolo, come lo aveva tolto dalla schiavitù dell’Egitto e portato avanti con una promessa. E con queste argomentazioni, cerca di convincere Dio, ma in questo processo lui ritrova la memoria del suo popolo, e trova la misericordia di Dio. Questo Mosè, che aveva paura, paura che Dio facesse questa cosa, alla fine scende dal monte con una cosa grande nel cuore: il nostro Dio è misericordioso. Sa perdonare. Torna indietro sulle sue decisioni. E’ un Padre».
Mosé sapeva quelle cose, in modo oscuro. Quella preghiera gli fa ritrovare quel che aveva perduto: «Questo che fa la preghiera in noi: ci cambia il cuore», ha chiosato Francesco. «La preghiera ci cambia il cuore. Ci fa capire meglio come è il nostro Dio. Ma per questo è importante parlare con il Signore, non con parole vuote […] No, no: parlare con la realtà: “Ma, guarda, Signore, che ho questo problema, nella famiglia, con mio figlio, con questo, quell’altro…”. Cosa si può fare? Ma guarda, che tu non mi puoi lasciare così!’. Questa è la preghiera! Ma tanto tempo prende questa preghiera? Sì, prende tempo». E si prega rivolgendosi a Dio come a un amico.
«La preghiera rinvigorisce – ha concluso il Papa – rinvigorisce. Il Signore a tutti noi ci dia la grazia, perché pregare è una grazia».