Medio Oriente: le guerre umanitarie e l'esodo dei cristiani
Tempo di lettura: 2 minutiUn convegno a Lione, parla Mar Louis Raphael I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei. Nel suo intervento, riportato da AsiaNews del 3 aprile, sua Beatitudine riflette sulla condizione dei cristiani in Medio oriente a seguito delle “guerre umanitarie” scatenate dai neocon e dalle primavere arabe. Quel che più colpisce di questo intervento è che il Patriarca fa parlare i numeri, che sono davvero impressionanti: «I cambi di regime che hanno avuto luogo in diversi Paesi hanno aperto un abisso al loro interno; gli interventi in Afghanistan, in Iraq, in Libia non hanno affatto contribuito a risolvere il problema dei loro popoli ma, al contrario, hanno determinato situazioni caotiche e conflitti che non permettono affatto di immaginare un avvenire migliore, in particolare per i cristiani! […] Fino a 50 anni fa i cristiani del Medio oriente rappresentavano il 20% del totale della popolazione. Oggi si parla di un misero 3%».
Quindi, in dettaglio: «L’invasione americana dell’Iraq ha portato alla morte di un vescovo [mons. Paulos Faraj Rahho, morto nelle mani dei sequestratori nel marzo 2008, ndr], sei sacerdoti assieme a più di mille fedeli, 66 chiese sotto attacco e 200 casi di rapimento. Circa la metà dei cristiani irakeni, che in precedenza erano un milione e mezzo, hanno lasciato il Paese per il timore di violenze e la persecuzione religiosa […] In Siria, i cristiani sono esposti agli attacchi dei ribelli islamisti. Questi ultimi hanno spazzato via Maaloula, una storica città cristiana in cui gli abitanti parlano l’aramaico, la lingua di Gesù. Due vescovi, numerosi preti, dodici religiose sono stati rapiti e liberati di recente: 1200 cristiani sono stati uccisi, il 30% delle chiese sono state distrutte e 600mila cristiani hanno lasciato il Paese e quelli che sono rimasti vivono nell’inquietudine e nella paura! […] I Copti in Egitto hanno subito i peggiori attacchi. I kamikaze musulmani hanno assassinato almeno 85 fedeli nella Chiesa di Tutti i Santi e un centinaio di chiese sono state oggetto di attacchi[…]».
Nella parte conclusiva, Sako spiega: «A mio avviso, la responsabilità della triste situazione attuale dei cristiani d’Oriente ricade in parte sull’Occidente, per la sua politica squilibrata nella regione. Al tempo stesso è triste osservare che la maggioranza dei cristiani in Occidente non ha una vera coscienza della dolorosa situazione in cui versano i cristiani del Medio oriente, quando hanno invece l’opportunità di attirare l’attenzione sulla loro reale condizione e sensibilizzare i politici; perché qui c’è in gioco la coesistenza pacifica stessa nella regione e nel mondo intero».