Il Papa, la memoria e la speranza
Tempo di lettura: 2 minuti«Gesù Cristo ha storia. E possiamo dire, ed è vero, questo: Dio ha storia, perché ha voluto camminare con noi. E non si può capire Gesù Cristo senza storia. Così un cristiano senza storia, un cristiano senza popolo, un cristiano senza Chiesa non si può capire. E’ una cosa di laboratorio, una cosa artificiale, una cosa che non può dar vita». Così il Papa nell’omelia della messa celebrata presso la Casa santa Marta il 14 maggio. «Un cristiano è uno che fa memoria della storia del suo popolo, fa memoria del cammino che il popolo ha fatto, fa memoria della sua Chiesa […] La memoria di tutto il passato… Poi, questo popolo dove va? Verso la definitiva promessa. E’ un popolo che cammina verso la pienezza; un popolo eletto che ha una promessa nel futuro e cammina verso questa promessa, verso l’adempimento di questa promessa. E per questo, un cristiano nella Chiesa è un uomo, una donna con speranza: speranza nella promessa. Che non è aspettativa: no, no! E’ un’altra cosa: è speranza […] Quella che non delude». Per questo il cristiano «chiede la grazia della memoria, sempre. Guardando in avanti, il cristiano è un uomo e una donna di speranza. E nel presente, il cristiano segue il cammino di Dio e rinnova l’Alleanza con Dio. Continuamente dice al Signore: “Sì, io voglio i comandamenti, io voglio la tua volontà, io voglio seguirti”. È un uomo di alleanza, e l’alleanza la celebriamo, noi, tutti i giorni» nella messa.
E ha concluso: «Pensiamo – ci farà bene pensare questo, oggi – come è la nostra identità cristiana. La nostra identità cristiana è appartenenza ad un popolo: la Chiesa. Senza questo, noi non siamo cristiani. Siamo entrati nella Chiesa con il battesimo: lì siamo cristiani. E per questo, avere l’abitudine di chiedere la grazia della memoria, e la memoria del cammino che ha fatto il popolo di Dio; anche della memoria personale: cosa ha fatto Dio con me, nella mia vita, come mi ha fatto camminare … Chiedere la grazia della speranza, che non è ottimismo».