9 Giugno 2014

Il Papa: il cristianesimo è una religione pratica, non serve pensarla, ma fare

Il Papa: il cristianesimo è una religione pratica, non serve pensarla, ma fare
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Nell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 9 giugno il Papa si è soffermato sulle Beatitudini, commentando brevemente ciascuna di esse. E ha spiegato che questo «è il programma di vita che ci propone Gesù […] tanto semplice, ma tanto difficile». Quindi ha proseguito: «Se noi volessimo qualcosa di più, Gesù ci dà anche altre indicazioni», ovvero quel «protocollo sul quale noi saremo giudicati» che si trova nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: «Sono stato affamato e mi hai dato da mangiare, ero assetato e mi hai dato da bere, ero ammalato e mi hai visitato, ero in carcere e sei venuto a trovarmi». Mettendo in pratica le beatitudini e Matteo 25, ha proseguito Francesco, «si può vivere la vita cristiana a livello di santità».

E ha concluso: «Poche parole, semplici parole, ma pratiche a tutti, perché il cristianesimo è una religione pratica: non è per pensarla, è per praticarla, per farla. Oggi, se voi avete un po’ di tempo a casa, prendete il Vangelo, il Vangelo di Matteo, capitolo quinto, all’inizio ci sono queste Beatitudini; capitolo 25, ci sono le altre. E vi farà bene leggerlo una volta, due volte, tre volte. Ma leggere questo, che è il programma di santità».

 

Nota a margine. Ovviamente mettere in pratica le Beatitudini e Matteo 25 è grazia del Signore, per questo è così facile, come ha detto il Papa, ed insieme difficile, anzi impossibile senza il dono dello Spirito Santo.

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