L'Isis, una creatura dei servizi sauditi
Tempo di lettura: 2 minutiA sostenere i jihadisti dell’Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) che stanno facendo strage in Iraq sono «ricchi privati del Golfo», insieme «all’Arabia Saudita e al Qatar a livello governativo». Così Vali Nasr, politologo molto ascoltato in Usa (è membro di diversi think thank, quelli dove si fa la politica estera Usa), in un’intervista rilasciata alla Repubblica il 17 giugno. In particolare, «l’Isis», continua Nasr, «è una creatura diretta dal principe saudita Bandar, l’ex capo dell’intelligence di Riad». Bandar bin Sultan, spiega ancora il politologo americano, è stato allontanato dal suo incarico su pressione Usa, ma non è certo che «il suo apparato sia stato smantellato, compresi il sostegno, l’armamento, il finanziamento degli estremisti», in quella che si è caratterizzata come una guerra per procura contro l’Iran, Paese del quale si vuole limitare, se non annullare, l’influenza in Medio Oriente.
Per Nasr serve un’azione efficace contro questo mostro che ora minaccia anche l’Occidente («il terrorismo è un virus», spiega), partecipata da Ue, Nato e Stati Uniti, ma che coinvolga «i Paesi frontalieri, la Turchia, la Giordania, persino l’Iran. Certo, non combatteranno nella stessa trincea; però li unirà il consenso: tolleranza zero verso l’Isis. E poi niente più indulgenze con gli alleati, Golfo e Turchia: i sauditi smettano di sostenere gli estremisti, i turchi sbarrino ai terroristi la frontiera con la Siria».
Titolo dell’articolo: Lavoriamo con Teheran o il terrore ci colpirà.
Nota a margine. Chi segue queste pagine sa che parte di quanto detto da Nasr appartiene alle cose scontate. E però che sia un esponente dell’intelligencija Usa a dire che la Turchia e l’Arabia Saudita devono smettere di armare i terroristi è confortante. D’altronde è l’unica strada per fermare questa assurda guerra che sta martoriando la Siria – l’Isis nasce per portare la guerra ad Assad dall’Iraq – e rischia di risucchiare il mondo in un nuovo vortice di terrore.