La gaffe di Oren: meglio l'Isis dell'Iran
Tempo di lettura: 2 minutiDal punto di vista di Israele, meglio i guerriglieri dello Stato islamico dell’Iraq e del levante (Isis) che non l’Iran. Se si deve scegliere quale delle due parti far vincere nella guerra irachena, l’Isis o gli sciiti alleati di Teheran, meglio il brutale esercito guidato dal “califfo” Abu Bakr al Baghdadi. È il giudizio di Michael Oren, ex ambasciatore di Israele negli Stati Uniti. L’ex diplomatico ha spiegato il suo pensiero – «parlo per me, non per lo Stato di Israele», ha chiarito durante un evento organizzato dall’Aspen Institute americano.
«Dico una cosa dura, forse un po’ estrema – queste le parole esatte di Oren –. Se dovessimo scegliere il minore dei mali, il minore dei mali sono i sunniti e non gli sciiti. È un male: hanno preso 1700 soldati iracheni e gli hanno sparato in un prato. Ma contro chi combattono? Combattono una guerra per procura contro l’Iran, che è complice con l’omicidio di 170mila persone in Siria. Fate i conti. Una delle due parti (l’Isis) è armata coi kamikaze, l’altra (l’Iran) ha armi nucleari. Dal punto di vista di Israele, se deve prevalere uno dei due mali, meglio quello sunnita».
Prima di rispondere, Oren aveva fatto una battuta. Aveva chiarito di non parlare a nome di Israele, aggiungendo poi scherzando: «Parlo a nome di Jeffrey», indicando Jeffrey Goldberg, giornalista ebreo americano che lo stava intervistando. Sentendo le parole di Oren sull’Isis, però, Goldberg ha voluto mettere in chiaro: «No, non parli a nome mio».