Israele, la guerra e il compromesso politico
Tempo di lettura: < 1 minuteEtgar Keret, scrittore e regista israeliano, sul Corriere della Sera del 21 luglio ha commentato la guerra di Gaza: «C’è sempre qualche politico di destra e qualche analista militare che spiega che “questa volta dovremo andare fino in fondo”. E quando li guardi sullo schermo non puoi fare a meno di chiederti a quale “fondo” si riferiscano. Perché anche se tutti i combattenti di Hamas verranno annientati, qualcuno crede davvero che, assieme a loro, sarà annientata anche l’aspirazione palestinese all’indipendenza nazionale? Prima di Hamas abbiamo combattuto contro l’Olp e dopo Hamas, con la speranza di essere ancora qui, combatteremo certamente contro qualche altra organizzazione palestinese. L’esercito potrà vincere le battaglie ma solo un compromesso politico potrà garantire pace e sicurezza ai cittadini israeliani. Ma questo, secondo le forze patriottiche che gestiscono la campagna in corso, è proibito dirlo perché sono proprio discorsi del genere a ostacolare la vittoria dell’esercito. Quindi, quando l’operazione sarà finita e ognuna delle due parti conterà i propri morti, ancora una volta il dito accusatore sarà puntato verso noi. È terribile commettere un errore tragico che può costare la vita a molte persone. E molto più terribile commetterlo ancora e ancora e ancora».