Il Papa, la correzione fraterna e la Natività della beata vergine Maria
Tempo di lettura: 2 minutiAll’Angelus del 7 settembre papa Francesco si è soffermato sulla correzione fraterna così come suggerita nel Vangelo: prima la correzione da parte del singolo; poi, se non ascolta, accompagnata da due o tre testimoni; quindi, nell’ostinazione, la comunicazione alla comunità, così che l’errante percepisca la «frattura e il distacco che lui stesso ha provocato, facendo venir meno la comunione con i fratelli nella fede».. Un «itinerario» che il Signore richiede alla «comunità per accompagnare chi sbaglia, affinché non si perda». Ma che deve essere abitato da «delicatezza, prudenza, umiltà, attenzione nei confronti di chi ha commesso una colpa, evitando che le parole possano ferire e uccidere il fratello»; perché anche le «parole uccidono».
Una strada «possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell’altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte».
Francesco ha poi ricordato come anche la liturgia aiuta in questo, quando «diciamo: “Abbi pietà di me, Signore. Io sono peccatore!. Confesso, Dio Onnipotente, i miei peccati”. E non diciamo: “Signore, abbi pietà di questo che è accanto a me, o di questa, che sono peccatori”. No! “Abbi pietà di me!”. Tutti siamo peccatori e bisognosi del perdono del Signore». Tanto che «tra le condizioni che accomunano i partecipanti alla celebrazione eucaristica, due sono fondamentali […]: tutti siamo peccatori e a tutti Dio dona la sua misericordia. Sono due condizioni che spalancano la porta per entrare a Messa bene. Dobbiamo sempre ricordare questo prima di andare dal fratello per la correzione fraterna».
Al termine, un delicato invito: «E ricordatevi domani – come ho detto – la ricorrenza liturgica della Natività della Madonna. Sarebbe il suo compleanno. E cosa si fa quando la mamma fa la festa di compleanno? La si saluta, si fanno gli auguri… Domani ricordatevi, dal mattino presto, dal vostro cuore e dalle vostre labbra, di salutare la Madonna e dirle: “Tanti auguri!”. E dirle un’Ave Maria che venga dal cuore di figlio e di figlia. Ricordatevi bene!».