L'Iran non è solo un dossier nucleare
Tempo di lettura: 2 minutiSecondo Roberto Toscano, che ne scrive sulla Stampa del 12 ottobre, l’intransigenza dell’Arabia Saudita e di Israele sul nucleare iraniano, e conseguenti pressioni sugli Stati Uniti che sulla questione hanno iniziato un dialogo con Teheran, non sarebbero dovute a ragioni di sicurezza, ma piuttosto al timore che «un rientro a pieno titolo di Teheran sulla scena internazionale, con la rimozione dell’handicap nucleare, possa aprire la strada ad un’egemonia regionale dell’Iran
». Un’egemonia che Toscano giudica inaccettabile, come anche «una sua esclusione» dalla scena internazionale.
Di seguito Toscano accenna alla complessità della situazione interna iraniana: se il nuovo Presidente, Hassan Rohani, ha avuto mandato per negoziare con l’Occidente, è però ancora forte nel Paese il partito degli intransigenti che aspira allo scontro.
Per Toscano, allora, «se è legittimo da parte dei negoziatori americani ed europei esigere dall’Iran tutte le garanzie possibili
», non va dimenticato che un fallimento del negoziato comporterebbe la fine dell’aspirazione di Teheran di diventare un «Paese normale», e «darebbe respiro e forza politica a quelle correnti che […] attendono un fallimento del negoziato per tornare alla chiusura militante e al rigore ideologico
».
Conclude l’articolo: «L’Iran non è un dossier nucleare, è un Paese. Un Paese importante. Sarebbe opportuno che non lo si dimenticasse, e che prevalessero, giunti a questa fase cruciale del negoziato, sia il realismo politico che un’etica della responsabilità. A Washington, ma non solo: L’Europa non può certo accodarsi, sia per il proprio interesse nel rispetto dei propri principi, all’oltranzismo di chi fa finta di non capire il senso politico, e le vaste implicazioni, della questione nucleare iraniana. Un oltranzismo che finisce per far convergere chi, a Washington e a Teheran, spera in un fallimento per conseguire finalità che non hanno molto a che vedere con le armi nucleari o la sicurezza
».
Nota a margine. La ripresa dei negoziati con Teheran è fissata a fine novembre, passato lo scoglio delle elezioni di Midterm che si terranno agli inizi dello stesso mese. Quanto queste elezioni influiranno sulla prosecuzione del dialogo Washington-Teheran è tutto ancora da vedere.