11 Novembre 2014

La Russia annuncia che costruirà nuovi reattori atomici (per scopi civili) in Iran

La Russia annuncia che costruirà nuovi reattori atomici (per scopi civili) in Iran
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«L’accordo era atteso, previsto da qualche giorno, eppure diversi osservatori sono rimasti sorpresi, quasi spiazzati. Teheran e Mosca hanno firmato un contratto secondo cui la Russia si impegna a costruire in Iran otto nuove unità per la produzione di energia atomica e – più importante – a fornire il combustibile per i nuovi reattori: da Rosatom, agenzia atomica russa, arriveranno barre di combustibile pronte per l’uso (e non utilizzabili per scopi militari) e gli stessi russi smaltiranno le scorie della produzione. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha approvato l’accordo e supervisionerà la costruzione dei nuovi reattori». Questo l’inizio di un articolo di Lorenzo Biondi su Europaquotidiano dell’11 novembre.

 

L’annuncio russo arriva a qualche giorno dal 18 novembre, data fissata per un ulteriore incontro per “chiudere” la trattativa sul nucleare iraniano. Annuncio inatteso, appunto, e provocherà reazioni; tra queste chi immagina una complicazione delle trattative o una indebita ingerenza russa tale da provocare ulteriori escalation (d’altronde l’eventuale accordo ha numerosi avversari). Eppure, David Sanger, una settimana fa sul New York Times, accennava a tale ipotesi e  spiegava: «Al di là delle nostre divergenze in politica estera, la Russia ha agito in completo accordo con gli altri paesi nel negoziato», ovvero gli Usa e i suoi alleati.

 

Ancora su Europa: «Con l’accordo di oggi l’Iran ottiene le centrifughe, ma in cambio concede che siano i russi a gestire il combustibile. «Questo può dare ai negoziatori maggiore flessibilità», proseguiva il New York Times. “Il breakout time di un paese, il tempo necessario a produrre la quantità di uranio arricchito per costruire un’arma atomica, è una funzione sia del numero di centrifughe (presenti nel paese) sia della quantità di combustibile immediatamente disponibile”. Se l’uranio viene trattato fuori dall’Iran e consegnato agli iraniani sotto forma di barre utilizzabili solo per scopi civili, sotto il controllo dell’Aiea, per gli occidentali è una garanzia di sicurezza».