Il piano Junker e la leva finanziaria
È di mercoledì scorso l’annuncio del nuovo piano di rilancio dell’economia europea presentato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Junker, uscito un po’ malconcio da un recente scandalo (secondo un’inchiesta giornalistica internazionale mentre era alla guida del Lussemburgo avrebbe permesso a diverse multinazionali presenti nel Paese di eludere il fisco). Un piano ambizioso quello del Presidente della Commissione europea, un piano da 315 miliardi di euro, che appare interessante soprattutto per i dettagli e le modalità.
Su 315 miliardi l’esborso da parte degli Stati europei è di soli 21 miliardi che verranno moltiplicati per 3 volte attraverso l’utilizzo della leva finanziaria: «Si stima che i 21 miliardi di euro di Efsi [European Fund for Strategic Investment ndr.] consentiranno alla Bei [banca di investimento europeo ndr.] e al suo Fondo di investimento europeo di aumentare i finanziamenti a progetti di tre volte, ovvero fino a 63 miliardi di euro, in tre anni».
L’utilizzo ulteriore della leva finanziaria, nel progetto presentato da Junker, dovrebbe ulteriormente moltiplicare per 5 questi 63 miliardi, fino ad un totale di 315 miliardi di euro: «Ciò potrebbe attrarre somme per cinque volte tanto da altri investitori, portando il “moltiplicatore” pari a 15 volte il capitale iniziale».
Leva finanziaria, moneta virtuale creata dal sistema bancario, un artificio tecnico non concesso ai comuni mortali ma solo alle istituzioni finanziarie. Una ricetta per curare la crisi economica utilizzando gli stessi strumenti che hanno causato l’attuale crisi globale.
Dopo 7 anni di crisi sono fondati i dubbi sulla capacità di riuscita di queste ricette finanziarie, anche se a “tranquillizzare” i cittadini europei ci pensano gli esperti e le istituzioni: «Il dato è ritenuto realistico dai dirigenti Ue, che citano un moltiplicatore di 18 per precedenti aumenti di capitale della Bei».