16 Gennaio 2015

Il terrorismo e i servizi segreti

Il terrorismo e i servizi segreti
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Giorgio Agamben, filosofo, docente a Parigi e autorevole conoscitore delle dinamiche del potere, in un’intervista alla Repubblica del 15 gennaio, mette in guardia: dopo l’orrore di Parigi occorre mantenere «lucidità». E ha continuato: «Mi sembra irresponsabile che alcuni abbiano potuto parlare apertamente di guerra. “Guerra” significa un conflitto tra Stati o potenze che si possono identificare e chiamare per nome, il che, in questo caso, come in ogni atto di terrorismo, è ovviamente impossibile […] è proprio questo equivoco tra terrorismo e guerra che ha permesso a Bush dopo l’11 settembre di scatenare quella guerra in Iraq che è costata la vita a decina di migliaia di persone e senza la quale forse non avremmo avuto la strage che la Francia sta oggi piangendo».

 

Quindi, dopo aver accennato che è erroneo identificare terrorismo e islam (quanti l’hanno fatto «sono senza accorgersi solidali con coloro che vorrebbero condannare»), specifica: «Tanto più che occorre non dimenticare che in un atto di terrorismo, in cui a volte i servizi segreti e fanatismo lavorano insieme, è sempre difficile accertare con chiarezza i responsabili ultimi». Non è un complottista, Agamben, e lo ribadisce nell’intervista, ma a suo parere «la versione dei fatti che ci è stata riferita presenta delle oscurità e incongruenze. E temo che ora diventi sempre più difficile accertare le responsabilità».

 

Nota a margine. Probabile che l’accenno di Agamben sull’identificazione tra islam e terrorismo si riferisca ad alcuni esponenti politici, ché tanta gente in buona fede, sotto il peso del dolore, dell’esasperazione e della propaganda mainstream (che non favorisce il diradarsi delle oscurità informative) sono approdati a tesi similari. Ma al di là, la cosa più interessante di questa intervista resta quell’accenno ai servizi segreti, non certo riferito a inesistenti servizi jihadisti. Un cenno che fa pensare.

D’altronde basti pensare al terrorismo in Italia: diversi magistrati, non certo oscuri complottisti, hanno indagato sulle convergenze tra servizi segreti e organizzazioni terroristiche. A volte la storia non si ripete, a volte sì.