Caro Gheddafi, tuo Tony (Blair)
Tempo di lettura: 2 minuti«È il 26 aprile del 2007 quando l’allora premier britannico Tony Blair, prende carta e penna e, su carta intestata “Downing Street”, scrive una lettera:“Caro Mu’ammar, spero che tu e la tua famiglia stiate bene…” Mu’ammar è il colonnello Gheddafi.
». Una lettera imbarazzante quella scritta dal primo ministro inglese, ritrovata per caso in un nascosto archivio libico, pubblicata sul Guardian e riproposta in Italia sul blog di Giancarlo Rossi, collegato al Giornale.it.
Nella lettera, Blair si rammarica del fatto che un tribunale britannico si sia opposto ad un caso di estradizione a Tripoli e spera che questa decisione non comprometta “l’efficace cooperazione bilaterale che si è sviluppata tra Regno Unito e Libia negli anni recenti”, soprattutto “nel settore cruciale della lotta al terrorismo”. Blair si riferisce a due esponenti del Lifg, il Gruppo dei Combattenti Islamici Libici (organizzazione legata ad Al Qaeda) detenuti in Inghilterra, per i quali la Corte si opponeva al trasferimento forzato in Libia
Una missiva che si conclude con un confidenziale «tuo Tony», come riporta il blog. Quel che è importante sottolineare è che il Guardian rivela che i rapporti confidenziali di Blair si inquadrano in una fattiva collaborazione antiterrorismo, iniziata «dopo l’11 settembre» ed estesa, oltre che all’Inghilerra, sicuramente anche a «Usa e Germania».
Nota a margine. Gheddafi subì una guerra da parte della Nato. Da allora la Libia è un brodo di coltura del terrorismo internazionale (molti dei miliziani anti-Assad griffati al Qaeda sono libici) oltre che centro nevralgico del traffico di esseri umani che serve a finanziarlo.
Non solo: la Libia era anche argine e diga al dilagare del fondamentalismo islamico in Africa. Forse è azzardato ipotizzare che con Gheddafi al potere la follia di Boko Haram, che sta insanguinando Nigeria e Camerun, non ci sarebbe stata, ma certo avrebbe trovato contrasto e non alimento.
Insomma, tante domande su una guerra folle, quella portata al Colonnello dalla Nato, propagandata come apportatrice di libertà e democrazia, che ha invece portato caos e destabilizzazione nel Mediterraneo e nel mondo.
Va ricordato anche che la Nato, nell’occasione, ebbe come alleato il Qatar, i cui jet s’accompagnavano a quelli dei vari Paesi europei e degli Usa. Paese allora quasi ignoto alla scena internazionale, dopo quell’avventura militare il Qatar è divenuto un munifico sponsor dello jihadismo internazionale…