Registi (poco) occulti per l'estremismo islamico
Tempo di lettura: 2 minuti«I “giovani arrabbiati” che hanno assaltato le ambasciate occidentali in Nord Africa ricordano i dimostranti mobilitati dai mullah contro il grande Satana. Persone che si infuriano a comando. Sono distratti da altro. Oppure pensano ad altro. Poi si ricordano che mesi prima qualcuno ha offeso il Profeta. E c’è chi li aiuta a concentrarsi sulla nuova causa. Suggerimenti che mandano all’aria la teoria – poco credibile – della spontaneità dei protagonisti delle gravi violenze». Così il Corriere della Sera del 17 settembre. La pellicola blasfema, spiega il cronista, è stata prodotta in estate, ma «è diventata nota grazie all’azione della cellula estremista copta in Usa e ai piromani che vivono in Medio Oriente. Non si è trattato di un piano (per ora non esistono le prove), però abbiamo assistito a mosse, almeno nelle ultime settimane, in modo da far coincidere la rabbia con l’anniversario dell’11 settembre». Secondo il primo ministro egiziano Hisham Qandil molti dei manifestanti sono stati «pagati». «Chi ha tirato fuori i soldi? – s’interroga il cronista del Corriere – Nostalgici del vecchio regime? O ambienti conservatori del Golfo? O ancora quei sauditi che alimentano l’estremismo islamico dal Marocco fino alla Siria? Magari i Fratelli musulmani, che conoscono alla perfezione quegli ambienti, possono accertarlo senza dover ricorrere ai servizi segreti. Probabilmente basta una telefonata. Possono anche contare su mediatori finanziari – ben noti anche in Europa – che ne sanno. Eccome. Solo che la questione può diventare imbarazzante per molti». Inoltre, continua l’articolo, molti dei leader che hanno incendiato le piazze sono noti all’intelligence e alle polizie di mezzo mondo, eppure pare godano di qualche strana immunità. Conclude l’articolo: «Quella che è stata la tempesta perfetta – 11 settembre, tensioni regionali, appelli qaedisti – ha dunque trovato energia in un sistema che ha usato i media, fondi discreti e i progetti di cattivi maestri che non sono così occulti».