Attentati a Parigi: il mistero Ramdani
Tempo di lettura: 2 minutiL’inchiesta sugli attentati di Parigi, Charlie Hebdo e ipermercato Kosher, rivela un particolare imbarazzante. Ne scrive sulla Repubblica dell’11 marzo Anais Ginori. Si tratta di una donna sulla quale si stanno facendo accertamenti, della quale è stato diffuso solo il nome (vero o falso che sia): Emmanuelle. La donna sarebbe l’amante di Amar Ramdani, sospettato di aver dato supporto, logistico e non solo, ad Amedy Coulibaly; anzi, l’avrebbe addirittura accompagnato al supermercato Kosher il giorno dell’attentato.
Tanta discrezione riguardo l’identità di Emmanuelle è motivata dal fatto che la donna è un poliziotto, anzi qualcosina in più. «Ramdani è stato arrestato il 23 gennaio scorso. – scrive Ginori – Emmanuelle lo avrebbe incontrato nel 2013, a casa di amici comuni. Lui usciva di prigione dopo essere stato condannato per la rapina di una gioielleria: durante la detenzione aveva conosciuto Coulibaly. Lei era da poco approdata nella sede operativa del “Forte”, dopo una lunga carriera passata nelle banlieue più dure».
Ma come si è arrivati a individuare la liaison con Emmanuelle? Ancora Ginori: «Pedinando Ramdani, i poliziotti si sono accorti con stupore che l’uomo — oggetto di un mandato internazionale per traffico d’armi e stupefacenti — entrava e usciva senza problemi dal centro operativo di Rosny-sous-Bois, sede dell’intelligence francese, il “Forte” come dicono tra di loro gli spioni, in cui Emmanuelle era di stanza».
I due sarebbero stati amanti e il ruolo della donna in tutta questa storia non è ancora stato chiarito.
Nota a margine. Davvero interessante questa liaison. Ma la parte più interessante della storia risiede in quel breve cenno alla frequentazione di Ramdani presso la sede dei servizi segreti francesi. Perché incontrare un’amante proprio in quel luogo, con tutti i rischi correlati, stante che sull’uomo pendeva anche un mandato di cattura internazionale? E com’è possibile che un tale individuo entri ed esca da una sede dei servizi segreti senza problemi? In genere uffici anche meno importanti sono sotto stretta sorveglianza, vengono rilasciati pass, fatti controlli e altro.
Dopo l’attentato al supermercato kosher vennero versati fiumi di inchiostro su Hayat Boumeddiene, la moglie di Coulibaly (nella foto), fuggita, poco prima dell’attentato, in Siria, dove si sarebbe unita all’Isis. A quanto pare il motto cherchez la femme avrebbe dovuto essere aggiornato al plurale.
Subito dopo l’attentato ricordammo la vicenda di Mohamed Merah, l’uomo che fece strage a Tolosa, ricordando come indagando sul personaggio si scoprì che era un informatore dei servizi francesi. Altra strage in salsa francese, ancora una volta spunta una frequentazione con l’intelligence. Una reiterazione invero bizzarra.