27 Maggio 2015

Il referendum sulle unioni gay e la Chiesa

Il referendum sulle unioni gay e la Chiesa
Tempo di lettura: 3 minuti

L’esito della consultazione popolare irlandese era alquanto scontato e, insieme, anche la sua portata, che va ben al di là del semplice quesito referendario: non solo la legalizzazione delle unioni gay, ma un più ampio riconoscimento della legittimità delle “diversità sessuali”, nel solco di una spinta che ormai in Occidente appare inarrestabile.

 

Sul tema ha scritto Maurizio Crippa sul Foglio del 24 maggio, descrivendo il confuso smarrimento della Chiesa di fronte al repentino crollo del sistema socio-giuridico nato dal fondamento «giudaico-romano-cristiano». Molto interessante il richiamo ad Augusto Del Noce, il quale, decenni fa, accennando all’evoluzione della sessualità nel mondo moderno, aveva ammonito «che considerare la pornografia un male morale e non un problema filosofico si sarebbe rivelato un errore disastroso» per la Chiesa.

Rimanendo l’analisi della Chiesa bloccata sul piano morale, a difesa di un ordine naturale ormai non più riconosciuto come tale, essa non è riuscita a comprendere gli sviluppi e le dinamiche del mondo moderno, incapace quindi di rapportarvisi.

 

Ancora Crippa: «Dopo la fine dei grandi messianismi atei, la società tecnologicamente avanzata ed economicamente opulenta ha reso i termini di quel libertinismo – prevalenza delle passioni e dei desideri sulla morale religiosa, individualismo, assolutizzazione dei diritti, strumentalità del corpo – a disposizione di tutti. Dal punto di vista filosofico tutto ciò che pertiene ai diritti Lgbt [lesbiche, gay, bisessuali, transgender ndr.] è un perfezionamento di quei campi semantici».

 

Tale analisi (marxiana) è ben presente al papa gesuita, prosegue Crippa, che di certo ha letto il filosofo uruguaiano Alberto Methol Ferré, il quale aveva ripreso e riproposto l’analisi di Del Noce, a differenza di quanto accadde in Occidente dove tale sollecitazione fu ignorata.

 

Analisi lucida, alla quale crediamo vada aggiunta la spinta data dalla rivoluzione del ’68, perdente nelle sue velleità di “sinistra”, vincente nei suoi fondamenti di destra. Ancella e levatrice dell’odierna società tecnocratica opulenta di massa.

La rivoluzione sessuale, che oggi trova il suo variegato compimento, nasce allora. Per questo è oggi tema della “sinistra” moderna, spesso – e anche questo conferma la sua genesi a destra – a discapito di altre tematiche, come la difesa dei lavoratori e la lotta alle diseguaglianze economiche.

 

La regolamentazione delle unioni gay e dei diritti lgbt da parte degli Stati occidentali è una spinta irreversibile. Tenendo presente, e questo pare sfuggire a tanti commentatori, che si chiamino matrimoni o altro, le unioni omosessuali e il matrimonio cristiano sono e resteranno di un ordine diverso – infinitamente diverso – essendo i primi gesti dell’uomo i secondi gesti di Dio (tale è il sacramento).

 

È un mondo nuovo, che la Chiesa non può che accostare con il realismo del caso, pena la sua insignificanza, o peggio la sua strumentalità a progetti altrui, che nulla hanno a che vedere con i compiti a essa affidati dal Suo creatore (peccato, questo, contro la sua natura).

 

Da questo punto di vista ribadire la centralità della famiglia è cosa buona e giusta, ma non è questo che può cambiare il dato. Né ribadire la dottrina cristiana sulla sessualità, sic et simpliciter, dal momento che il mondo attuale, le cui dinamiche sono dettate da altro, non sa neanche di cosa si parla (e a volte neanche certi ecclesiastici). Al massimo può risultare materia di dibattito.

 

Siamo in mondo dopo Gesù senza Gesù, come aveva profetizzato, inascoltato, Charles Péguy con una immagine insuperabile. Una situazione alla quale si è arrivati non solo a causa delle dinamiche mondane, ma anche per colpa della Chiesa, la quale ha abbandonato il mondo, come aveva accennato anche don Luigi Giussani (è il mondo che ha abbandonato la Chiesa o la Chiesa che ha abbandonato il mondo?), perché ha proposto valori e principi, ma è stata incapace di proporre l’unica cosa che può davvero attrarre e cambiare il cuore dell’uomo, antico o moderno che sia, Gesù Cristo. E Cristo crocifisso, secondo quanto scrive san Paolo accennando al vertice della misericordia divina.

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton