Le morti bianche dei mondiali del Qatar
Tempo di lettura: 2 minutiDa tempo si susseguono sui quotidiani notizie sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri occupati nella costruzione dei mondiali di calcio in Qatar, trattati di fatto come schiavi, sottopagati e impossibilitati a mollare, dato che i padroni dei cantieri gli sequestrano il passaporto all’inizio dei lavori. Ma sulla Stampa del 28 maggio un articolo di Francesca Paci si sofferma su un altro aspetto di tale tragedia, gli incidenti sul lavoro: «Da un anno e mezzo le organizzazioni umanitarie denunciano il sangue versato negli stadi in costruzione […] Nel solo 2014 le morti bianche sono state 441 (i turni sono di almeno 12 ore al giorno a temperature di oltre 50° all’ombra): una cifra in aumento che, secondo il Guardian, continuando di questo passo ci porterebbe al fischio di inizio con 62 vittime per ogni partita in calendario».
Titolo articolo: Sessantadue operai morti per partita Il prezzo folle degli stadi in Qatar.
Nota a margine. La vicenda delle morti bianche nei cantieri dei mondiali in Qatar è cosa nota da tempo. Morti che non pesano solo sulla coscienza degli organizzatori, ma anche della Fifa, che non ha fatto nulla per evitare tali tragedie, nonostante ne fosse più che informata. Oggi Sepp Blatter, il patron della Fifa, è sotto scacco per una vicenda di corruzione legata proprio all’assegnazione dei mondiali a Doha. Evidentemente le mazzette sono reato più grave che non la morte procurata (data la reiterazione del fenomeno è il termine precipuo) di centinaia di operai del terzo mondo.