Il Papa: da quel che scartano gli uomini, la salvezza di Dio
Tempo di lettura: 2 minutiNell’omelia della messa celebrata presso la Casa Santa Marta il 1 giugno, papa Francesco si è soffermato sulla parabola del vignaiolo che «pianta la vigna, la circonda con una siepe, scava la buca per il torchio» e costruisce una torre. Un «progetto d’amore»
che però fallisce: la affida ad altri che però maltratteranno gli inviati del padrone, fino ad ucciderne anche il figlio.
«Questa storia che sembra una storia d’amore, che doveva andare avanti con passi d’amore fra Dio e il suo popolo»
è, in apparenza «una storia di fallimenti»
. E fallimenti sanguinari: «C’è il sangue — il sangue di Abele — e da lì continua: il sangue di tutti i profeti che sono andati a parlare al popolo, ad aiutare a custodire la vigna, fino al sangue del suo Figlio».
Ma nella parabola c’è anche il giudizio del Signore e «quella storia di fallimento si rovescia e quello che è stato scartato diviene la forza […] i profeti, gli uomini di Dio che hanno parlato al popolo, che non sono stati ascoltati, che sono stati scartati, saranno la sua gloria»
.
Tanti fallimenti, che fanno rattristare il Signore, ha continuato il Papa, che addirittura «piange» per la cattiveria degli uomini contro di Lui e contro i suoi. «Quella storia che incomincia con un sogno d’amore – ha proseguito Francesco -, e continua con una storia di fallimenti, finisce nella vittoria dell’amore: la croce di Gesù».
Ognuno di noi, ha proseguito invitando a un esame di coscienza, ha scacciato profeti e rinnegato l’amore di Dio. Quindi, ricordando il sacrificio vittorioso di Gesù sulla croce, ha invitato a partecipare alla celebrazione eucaristica – dove il Figlio offre nuovamente al Padre la sua passione per noi – facendo «quello che ha fatto Gesù a nome nostro: si umiliò». Così anche a noi «farà bene umiliarci davanti a questo Signore che adesso viene per celebrare con noi il memoriale della sua vittoria».