Le domande di Mosca sull'Apollo 11
Tempo di lettura: 2 minutiL’allunaggio di Neil Armostrong del ’69 è ancora una volta oggetto di dibattito. Ma stavolta a porre domande sull’Apollo 11 non sono i soliti complottisti, bensì Vladimir Markin, influente portavoce del Comitato Investigativo del governo russo. In una nota pubblicata sull’Izvestija, Markin pone all’America alcuni quesiti su tale missione, in particolare «per quale ragione la Nasa abbia distrutto i preziosi filmati originali del primo allunaggio», che oggi potrebbero essere oggetto di studi approfonditi grazie alle tecniche moderne. E anche che «fine abbiano fatto le pietre lunari portate sulla Terra nel corso di svariate missioni e delle quali non si hanno più notizie».
A riportare in Italia l’articolo di Markin è Vittorio Sabadin, sulla Stampa del 19 giugno, il quale ricorda che sulla questione dei filmati del primo allunaggio vi fu, nel 2006, un’inchiesta interna alla Nasa che «aveva appurato che erano stati cancellate con altre 200 mila registrazioni, per potere riutilizzare le cassette e risparmiare sul budget».
Una spiegazione, ricorda il cronista, che al mondo parve «incredibile e sconcertante»
. Mentre sui materiali riportati dalla Luna Sabadin riporta che Nixon ne regalò diversi campioni chiusi nel plexigass ad altrettanti Stati; molti di questi «sono spariti. Alcuni sono stati ritrovati, altri sono risultati essere rocce terrestri»,
annota il cronista.
«Non vogliamo sostenere che gli americani non siano andati sulla Luna», scrive Markin sull’Izvestija, «e che abbiano semplicemente girato un film sulla missione. Ma tutti questi manufatti scientifici – o forse culturali – fanno parte del patrimonio dell’umanità e la loro scomparsa senza lasciare traccia è una perdita per tutti noi. Un’indagine potrebbe rivelare che cosa è accaduto».
Titolo dell’articolo: Torna la Guerra Fredda sulla luna I dubbi della Russia sullo sbarco Usa.
Nota a margine. Sono tanti a sostenere che nel 1969 non esisteva la tecnologia necessaria a compiere quella missione. E a rilevare le tante (presunte) incongruenze su immagini relative e altro. Tesi alle quali gli Usa hanno sempre ribattuto con fermezza e rigore. Resta da capire perché ora certe domande tornino a essere poste in maniera così autorevole.
Per Sabadin, Markin, o chi per lui, sembra abbia voluto lanciare un messaggio a Washington: Mosca è pronta a «fare rivelazioni imbarazzanti» sulla missione dell’Apollo 11 nel caso in cui, a seguito delle indagini sulla Fifa avviate dagli Stati Uniti (illegittimamente secondo molti osservatori), le venisse revocata la possibilità di ospitare il mondiale di calcio del 2018.
Di certo questo Markin ha una mente ironica e raffinata, come si evince da quell’accenno ai reperti “forse culturali”, ovvero opera dall’ingegno umano…
La controversia suscita indubbia curiosità e fa tornare in mente un cenno di Giulio Andreotti, il quale più volte ha ribadito che l’ultima volta che si era veramente stupito – tanto sembrava impossibile – fu quando l’uomo giunse per la prima volta sulla Luna.