Il miracolo di Milan
Tempo di lettura: 3 minuti«Babbo Charbel mi ha detto: “Ho pregato Dio affinché ti curasse!” Mi ha dato dell’acqua e basta»
. A parlare è la piccola Milan, siriana, da anni rifugiata in Libano con la famiglia a causa della guerra che tormenta il suo Paese. E Milan è protagonista del piccolo miracolo che andiamo a raccontare.
Milan, spiega la madre, è affetta da una forma di tumore recidivante, «scompare e ricompare regolarmente ed ogni volta ritorna con più forza […] Questo è dovuto anche al fatto che in seguito al trapianto è stata colpita da un virus chiamato Cnp, un virus fortemente pericoloso, altrettanto letale quanto la sua malattia. Assumeva farmaci potenti ma la malattia non retrocedeva, anzi, con l’andare del tempo, peggiorava drasticamente»
.
I medici fanno quel che possono, ma quella volta pare non ci sia nulla da fare. Così la madre decide di fare una cosa semplice: affidarsi al Signore (Allah, come lo chiamano in arabo islamici e cristiani).
Loro sono islamici, sunniti per la precisione, ma, per chiedere la guarigione della piccola, la madre decide di portare la piccola a Zahlé, un villaggio cristiano, per recarsi nel santuario dedicato a san Charbel, il santo più venerato del Libano.
Un pellegrinaggio che dura tutto il giorno. «Erano le otto di sera – ricorda la mamma -. Rientravamo a casa e strada facendo, Milan si era addormentata. Quando si risveglia ci dice “Oggi, Babbo Charbel è venuto a trovarmi”»
. Nel sogno, il santo monaco le aveva confidato appunto che aveva pregato per lei e che sarebbe guarita.
Il giorno dopo Milan viene portata nuovamente dal medico, racconta sua mamma, il quale effettua il solito test per verificare lo stato di salute della piccola, ma questo risulta «all’improvviso negativo»
. Il virus è sparito, la bambina è sana, un «miracolo», riconosce la mamma.
La storia di Milan è stata raccontata da OrangeTv (questo il video in arabo) ed ha attraversato il web come una scossa di corrente elettrica. Come questa è rimasta invisibile al grande pubblico, eppure è corsa da una parte all’altra del mondo toccando cuori e menti. Perché per questo il Signore fa i suoi miracoli.
A rendere particolare questo miracolo, una piccola storia lontana e insignificante per il mondo, anzitutto il fatto che è accaduto a una famiglia siriana, ad indicare la predilezione del Signore per quel popolo che le logiche di geopolitica internazionale hanno consegnato a un mattatoio a ciclo continuo.
E poi che terminale di questa singolare predilezione del Signore è stata una famiglia islamica, una delle tante che stanno soffrendo per questo conflitto, che vede accomunati nella tragedia cristiani e musulmani.
Una cosa, quest’ultima, della quale si tende a dimenticare così spesso: sia quando si denuncia la persecuzione dei cristiani da parte dell’islam, obliando che nei Paesi arabi a morire per mano dei movimenti pseudo-islamisti sono molto più gli islamici che i cristiani; sia nelle dinamiche dell’accoglienza, quando, troppo spesso, si tende a far distinzioni fra gli uni e gli altri (come se il comandamento di Dio sull’amore verso il prossimo avesse specifiche di carattere religioso).
Invece la grazia del Signore è totalmente libera, gratuita e beneficia chi vuol beneficiare, senza esigere particolari pre-condizioni.
E così chiudiamo con Milan e la sua piccola grande storia. Milan che, dopo la guarigione, è diventata amica di “babbo Charbel”, come spiega la mamma.
«Ogni volta che sente dolore, va, prende il santino di San Charbel, piange, poi inizia a dialogare con lui, ma non so che cosa gli dice e quale sia la natura del rapporto che li unisce. Queste cose nessuno le conosce se non loro due»
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Nel filmato non si dice che la bimba si è convertita al cristianesimo. Solo che è amica di babbo Charbel, e questo, a quanto pare, basta al Signore. Che si diverte, con la sua fantasia, a scombinare i chiusi schematismi degli uomini.