Mieli e l'alleanza con Assad
Tempo di lettura: < 1 minuteIn un editoriale del Corriere della Sera del 19 novembre Paolo Mieli snocciola tutti i crimini, veri e presunti, di Bashar al-Assad, in un crescendo di pathos. E però, incredibilmente, anche lui, così avverso al Presidente siriano, si dice convinto che non c’è alternativa: se si vuole sconfiggere l’Isis, si deve concludere una tacita alleanza con lui. Infatti, dopo aver accennato a tutte le riserve del caso, scrive: «Ma se vogliamo che la guerra contro l’Isis sia efficace, è giunto il momento di accantonare (temporaneamente) questi ricordi. E farlo a testa alta, senza infingimenti, ammettendolo apertamente. Tanto più che questo non sarà neanche il peggiore dei compromessi che ci verranno chiesti. Del resto sarebbe da sciocchi pensare che si possa partecipare a un’impresa così ambiziosa senza essere costretti a pagare un prezzo
».
Nota a margine. Abbiamo segnalato l’articolo perché indicativo di un clima che sta maturando. Anche i più avversi ad Assad devono ammettere che non c’è altra strada che un’alleanza, più o meno tacita, con il presidente siriano per uscire dal cul de sac nel quale si è infilato l’Occidente.
Situazione causata dai tanti compromessi che l’Occidente ha dovuto accettare per far fuori lo stesso presidente, anzitutto con quella legione di tagliagole che sta divorando la Siria, che oggi, dopo la strage di Parigi, fa paura anche alle nostre latitudini (prima, quando faceva strage di siriani, no, anzi in fondo, nonostante tutto, appariva utile allo scopo).