Areo russo abbattuto: tracciati radar e giustificazioni
Tempo di lettura: 2 minutiTra Russia e Turchia anche guerra delle traiettorie. Ieri Ankara, dopo aver diffuso un grafico relativo all’abbattimento dell’aereo russo da parte dell’aviazione turca, in una lettera all’Onu, ha scritto dei ripetuti (dieci) avvertimenti inviati ai velivoli intrusi (erano due), per poi precisare: «Ignorando questi avvertimenti due aerei, a un’altitudine di 19.000 piedi, hanno violato lo spazio aereo turco rispettivamente a 1,36 e 1,15 miglia per 17 secondi alle 9.24′.25″ ora locale».
La Russia ha risposto diffondendo un video con i tracciati di volo del bombardiere abbattuto e del caccia turco. Il Su-24 russo, decollato dalla base aerea di Jmeimim, aveva compiuto una manovra per poi avvicinarsi alla frontiera turca, dalla quale distava un chilometro. Il caccia F-16 turco si sarebbe mosso mentre il bombardiere russo stava rientrando, violando lo spazio aereo siriano. Lo avrebbe così raggiunto e attaccato sui cieli siriani, per poi far ritorno alla base.
Nota a margine. Se il video diffuso dai russi appare molto più convincente, resta che anche la ricostruzione turca dà ragione a Mosca. Nella versione di Ankara, infatti, il bombardiere russo avrebbe violato la frontiera per 17 secondi… dieci avvertimenti in 10 secondi? Questa l’impossibile versione iniziale di Ankara, poi cambiata in avvertimenti lanciati ai due velivoli mentre erano ancora in Siria (che valore hanno?).
Resta che c’è da considerare, come detto altrove, che nota era la missione dei velivoli, ovvero attaccare i miliziani dell’Isis (e i loro alleati, ché in questi giorni tanti agenti di Daesh stanno cambiando casacca indossando la maglia dei cosiddetti ribelli moderati per continuare la guerra in altro modo): non si trattava certo di una minaccia al territorio nazionale turco, come avallato anche dalla dichiarazione postuma di Obama.
Da considerare poi che l’abbattimento del bombardiere russo avviene pochi giorni dopo l’abbattimento dell’aereo civile russo sul Sinai ad opera dell’Isis che ha causato 224 vittime civili.
Nell’immaginario russo, e non solo russo, l’ambiguità turca nei confronti dell’Isis, da tempo denunciata anche dall’Occidente, porta a sovrapporre le due tragedie aeree, alimentando l’indignazione nei confronti di Ankara. Obama ha auspicato una de-escalation tra i due Paesi: un compito che non riguarda solo Mosca, ma anche l’Occidente. Appoggiare senza riserve la Turchia non aiuta in tal senso.