3 Ottobre 2012

"Sì, ho tradito il Papa". E il Corvo fa sette nomi

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Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa arrestato per lo scandalo della diffusione di documenti riservati del Vaticano (e dello stesso Benedetto XVI), depone al processo. Dice di aver agito da solo e, incalzato dalle domande dell’accusa, spiega che sì, era in contatto con diverse persone (tra i quali anche due porporati: i cardinali Leonardo Sandri e Angelo Comastri), ma nessuna di queste era suo complice. Il maggiordomo ha detto di essere stato suggestionato da un certo clima, lui che era persona suggestionabile. Tra le sue ossessioni anche la massoneria e gli intrighi dei servizi segreti: nel suo appartamento sono state trovate anche carte relative a vari scandali italiani (dalla P2 alla P4).

Certo clamore ha suscitato l’accusa dell’imputato verso i suoi carcerieri, che avrebbero usato nei suoi confronti metodi da Gestapo: luce accesa 24 ore al giorno e cella talmente piccola da rendere impossibile allargare le braccia. Pronta e dettagliata la difesa vaticana, che ha smontato le accuse. Il giudice ha aperto un’inchiesta, che presumibilmente porterà alla smentita del maggiordomo. Paolo Gabriele ha ribadito la sua costernazione per aver tradito la fiducia del Papa, dal quale, è molto probabile, arriverà un atto di clemenza conclusivo.

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